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C’è qualcosina che non va nella sentenza sul caso Diciotti

L’ordinanza della Corte Suprema di Cassazione: il governo dovrà risarcire gli eritrei tenuti per qualche giorno sulla nave dall’allora ministro Salvini. Sì, ma…

salvini diciotti errore

Riprendiamo parola per parola un pezzo dell’ordinanza della Corte Suprema di Cassazione sul risarcimento ai migranti della Diciotti, di cui tanto si sta discutendo in queste ore (leggi qui il commento di Andrea Amata). Testuale: “Non può condurre a diversa conclusione il fatto che, nel caso della nave Diciotti, con un voto del 20 marzo 1989, il Senato della Repubblica abbia negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro dell’Interno (Sen. Matteo Salvini) richiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania per il reato di sequestro di persona pluriaggravato (art. 605, commi primo, secondo, n. 2, e terzo, c.p.), segnatamente «per avere, nella sua qualità di Ministro dell’Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell’unità navale di soccorso U. Diciotti della Guardia Costiera Italiana alle 23:49 del 20 agosto 2018 […]. Fatto aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abusato dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età»”.

Cosa notate di strano? Indovina indovinello.

Nel dispositivo c’è un errorino, veniale se volete, che confonde le date e qualche decennio. Il voto che ha negato l’autorizzazione a procedere a Matteo Salvini è del 20 marzo sì, ma del 2019. Non del 1989. Anche perché sarebbe servita una giratempo (i fan di Harry Potter potranno capire) per riuscire a negare l’autorizzazione a procedere per una richiesta che sarebbe arrivata 30 anni dopo. Salvini è stato eletto deputato per la prima volta nel 2008.

Succede, ovviamente. Su questo nostro sito di sfondoni ne commettiamo, un po’ come tutti. Però insomma questa è un’ordinanza che scotta, politicamente importante. Tutti sapevano che avrebbe fatto discutere e probabilmente avrebbe creato l’ennesimo scontro tra magistratura e politica. L’avranno scritta riflettendoci a lungo: possibile che nessuno, tra le illustri toghe, si sia accorto dell’errore?

Il testo integrale dell’ordinanza lo trovate qui.