Con la scomparsa di Papa Francesco si apre ufficialmente la corsa per la successione al Soglio di Pietro. Tra candidature “realistiche” e mere suggestioni sono molti i nomi dei papabili successori di Bergoglio che iniziano a rincorrersi in vista del Conclave.
Su quattro, in particolare, vale la pena compiere qualche riflessione. Primo: Pietro Parolin. Il Segretario di Stato vaticano è stato una figura chiave durante tutto il pontificato di Francesco. Diplomatico raffinato, moderato, stimato trasversalmente per le suo equilibrio e la sua discrezione, possiede una grandissima conoscenza degli equilibri interni alla Curia. La sua eventuale elezione potrebbe rappresentare il giusto compromesso per arrivare a una fumata bianca in tempi brevi, trattandosi di una scelta di continuità, pur non essendo Parolin un bergogliano di stretta osservanza, vista anche la sua diversa sobrietà dottrinale rispetto al pontefice appena scomparso.
Chi invece rappresenterebbe il perfetto successore di Bergoglio è senza dubbio Luis Antonio Tagle, il cardinale filippino, già arcivescovo di Manila, acclamato come il “Francesco asiatico”, è un progressista molto vicino alla sensibilità del pontefice appena scomparso. La sua elezione sarebbe pertanto in perfetta continuità con il papato appena concluso, e rappresenterebbe al contempo una decisione storica, trattandosi del primo papa asiatico e del profilo più indicato per cercare di diffondere il seme del cattolicesimo anche nell’Asia più profonda.
Leggi anche:
- Nulla avviene per caso di Suor Anna Monia Alfieri
- Di cosa è morto Papa Francesco
- Il Papa dei migranti e dell’ambiente: chi era Francesco
Un profilo diametralmente opposto rispetto a quello di Tagle è invece quello del cardinale ungherese Peter Erdö, arcivescovo di Budapest. Conservatore colto e dotato di grande intelletto, cresciuto sotto il comunismo sovietico, ha un approccio marcatamente pro-life, si oppone fermamente al celibato facoltativo per i sacerdoti e all’accettazione delle unioni omosessuali. Il cardinale Erdö possiede, inoltre, una grande sensibilità verso il fenomeno della scristianizzazione dell’Occidente e gode di una buonissima reputazione all’interno della Curia. La sua figura potrebbe risultare determinante nella ricerca dell’equilibrio perduto tra Est e Ovest.
Da attenzionare in chiave di una probabile apertura verso il sud del mondo è infine il profilo del cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa. Di orientamento francescano, ma lontano anni luce dalle idee di Bergoglio, Besungu sarebbe il primo papa nero e di origine africane, ma farebbe contenta l’ala più conservatrice del Clero, viste anche le sue posizioni pro-famiglia e nettamente contrarie all’apertura alle unioni omosessuali. Una sua elezione risulta tuttavia poco probabile a causa della forte preponderanza di cardinali progressisti e riformisti nominati nel corso del pontificato di Francesco.
Per gli stessi motivi “numerici”, appare meno probabile anche l’elezione del conservatore ungherese Erdö. Chi invece avrebbe molte più chances di trovare i numeri necessari per raccogliere l’eredità di Francesco sono senz’altro i primi due cardinali citati, Parolin e Tagle, con il primo in leggero vantaggio sul secondo per almeno tre ragioni. Primo: per le sue spiccate capacitá diplomatiche fondamentali per favorire un dialogo in un’ottica di pace. Secondo: per la profonda conoscenza, a differenza del cardinal Tagle, degli equilibri interni alla Curia. Terzo: per la sua maggiore predisposizione a fare sintesi tra l’ala progressista del Conclave e quella moderata, i cui voti risulteranno decisivi per la scelta del nuovo pontefice.
Salvatore Di Bartolo, 21 aprile 2025
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).