Cultura, tv e spettacoli

Chiara Ferragni, velo pietoso

Chiara Ferragni

Ci duole e ci sgomenta dover toccare di nuovo l’argomento Chiara Ferragni. Non avremmo voluto. Probabilmente, come gli esseri umani che vivono domandandosi perché, anche noi scriviamo di questo chiedendoci perché lo facciamo ancora.

Plausibilmente per orrore. Per denuncia. Per lo sgomento verso l’abisso culturale in cui questo paese è precipitato. Per l’assoluta insipienza (leggi vigliaccheria) di coloro che avrebbero il compito di portare alla luce l’assoluta nullità di queste figure, niente più che carne e miseria ad uso dei social, e che invece con lacrimevole finta simpatia danno loro spazio per esprimere, una volta di più, il nulla che rappresentano.

Solo il silenzio ci vorrebbe. Silenziarli. Non parlarne più. L’unica vera arma per liberarsi di questo miserevole e sconcio spettacolo di ipocrisia e pochezza umana è il silenzio totale. E invece ci troviamo ancora qua, a carpire le lacrimucce di Lei e il volto rabbuiato di Lui per darli in pasto alla massa sbavante del voyeurismo coatto.

In un paese culturalmente povero come il nostro, la miseria umana diviene fonte di guadagno. Viene apprezzata e spinta al parossismo, sino alle vette più alte del degrado. Guardare una milionaria che balbetta sintagmi che nemmeno le bimbette delle medie proferirebbero, tanto più che la stessa è “seguita” (ma che seguiranno poi…) da 30 milioni di individui, è qualcosa che a chiunque abbia ancora pochi grammi di materia grigia dovrebbe provocare le forze di stomaco.

Una sequela di sorrisetti, smorfiette, versetti studiati a tavolino, una sana dose di pietismo, drammi da soap opera cafona, qualche accessorio da migliaia di euro addosso e il piatto è servito. Tutti a guardare, tutti ad ascoltare i guaiti di gente che, in fondo, è disperata.

Ancora più disperati sono i guardoni dall’altra parte ma vedere che a volte la miseria colpisce quelli belli e famosi gli dà requie. La carcassa va spolpata fino in fondo. L’ultimo brandello della carne marcia di questa storia deve essere sfilacciato a favore di telecamera. Perché evidentemente la gente si nutre di questo. “L’orrore!”, sospirerebbe Marlon Brando. L’orrore.

In un mondo alle soglie della guerra totale, questo paese incentra le sue potenze mediatiche su ciò che resta della vita “privata” della signora Ferragni. Non possiamo che esortare quindi a far calare il silenzio su questa vicenda. Ci auguriamo di tutto cuore che queste siano le ultime righe che verranno scritte su questo porno-show che non eccita più nessuno.

Consapevoli che non sarà così, nuovamente, non possiamo che rassegnarci alla mediocrità e al cattivo gusto. Un giorno pagheremo il conto di tutto questo.

A pensare come siamo ridotti viene quasi da sperare in Putin…

Francesco Teodori, 5 marzo 2024

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