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Contagi, Delta, vaccini: qualcosa va storto - Seconda parte

A questo punto che dire? Mi sembra evidente che sostenere che abbiamo questi numeri, così come fa il buon Kluge, perché non abbiamo inoculato abbastanza vaccini, sebbene a suo tempo gli stessi scienziati sostenevano quasi all’unisono che già col 70% saremmo arrivati all’immunità di gregge, pare piuttosto azzardato. Se così fosse, dovremmo giungere a due conclusioni particolarmente sconfortanti: 1. che senza i vaccini in questa calda estate, stagione in cui da sempre i virus respiratori si eclissano – esattamente come accaduto nel 2020 – avremmo vissuto una vera e propria ecatombe; 2. che di conseguenza il virus, mutando, sarebbe diventato così letale da richiedere, così come sta sostenendo da tempo, Walter Ricciardi, il consigliere preferito del ministro Speranza, una profilassi che coinvolga oltre il 95% della popolazione.

Una vaccinazione di massa senza precedenti che studiosi di fama internazionale, come il nostro Giulio Tarro e il Nobel Montagnier, criticano fortemente sin dall’inizio, giudicandola controproducente. E i numeri sembrano dar loro almeno una briciola di ragione. D’altronde i maligni potrebbero pensare che, dopo aver promesso lo Shangri-La sanitario per tutti al costo di un paio di punturine, i fautori del vaccino über alles oggi, di fronte a numeri a dir poco scoraggianti, cerchino disperatamente un capro espiatorio a cui aggrapparsi, anziché accettare l’agone di un serio e franco dibattito con chi sostiene da tempo la necessità di un cambio di strategia.

Claudio Romiti, 4 settembre 2021

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