Rassegna Stampa del Cameo

Coronavirus, che tristezza l’indifferenza per gli anziani

La traiettoria della vita di ciascuno di noi, nei secoli dei secoli, si è snodata entrando e uscendo da quattro classificazioni che da sempre si succedono: infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia. Nell’antichità, appena superati i trent’anni già si entrava nella vecchiaia, oggi invece, al tempo del CEO capitalism trionfante, la vecchiaia in Occidente non gode di buona stampa.

Nell’Antica Grecia c’erano due posizioni politico filosofiche: Atene da una parte, Sparta dall’altra. Atene privilegiava la giovinezza, la forza, la bellezza, come farà poi il Rinascimento, e successivamente il fascismo, il nazismo, lo stalinismo, il maoismo, con le loro adunate oceaniche di giovani atleti. Sparta all’opposto metteva il vecchio in una posizione privilegiata, lo considerava un saggio, un sopravvissuto a tante battaglie della vita. A scuola, da apòta in erba, ho sempre avuto questo dubbio: i disprezzati spartani erano poi così male? Non lo sapremo mai, perché la storia l’hanno scritta gli ateniesi, e l’hanno manipolata a loro vantaggio, mettendo i valori spartani in castigo e i loro nei tabernacoli.

Nel mondo di oggi, il potere, la politica, gli intellettuali, i media, sono tutti ateniesi in purezza, quindi non amici di noi vecchi, facciamocene una ragione. I bollettini di guerra sul COVID 19 hanno smascherato vecchie e nuove ipocrisie. Osservateli, analizzateli. Sono strutturati con una locuzione che riporta i dati sanitari, ma arrivati a quello dei morti, scatta la locuzione “però erano vecchi e con altre gravi patologie”. Alcuni, vergognandosi, a questo punto iniziano una volgare mozione degli affetti verso noi nonni. Loro non lo sanno, ma oltre che birbanti, sono pure pessimi attori, e noi non dei fessacchiotti.

Al di là delle chiacchiere, con l’attuale modello politico, economico, culturale è tornato centrale il principio ateniese: per i vecchi il presente e il futuro non sono più presi in considerazione, in quanto i vecchi sono i primi sfridi della società digitale, oggetti inutili. Il pensiero dei colti del mainstream è questo: i vecchi devono prendere atto che stanno vivendo una fase in cui la vita deve essere strutturata solo per attendere la morte.

Infatti, non avendo il coraggio di usare il termine sognato “eutanasia di stato”, si nascondono dietro il più banale, ma geniale “budget”. Mike Bloomberg, il loro prestigioso rappresentante globalizzato, lo sostiene pure nella sua campagna elettorale per le presidenziali: “Se uno è vecchio e ha pure un carcinoma alla prostata (ohibò, parla di me!) deve essere lasciato al suo destino”. Furbescamente usa una patologia maschile per arruffianarsi le femministe del MeToo, che su di lui hanno infiniti dossier sul suo razzismo e omofobia, ma il messaggio è chiaro.

Cari amici vecchi, ascoltate un “grande vecchio” (titolo che mi spetta di diritto avendo superato gli 85): non date importanza a politici, a intellò, a quelli che senza dirlo, per rispettare i “loro” imbarazzanti “budget”, si augurano una “scrematura” di noi vecchi. Essendo intellettualmente dei pavidi, sanno che il termine “scrematura”, proprio in un’ottica di “budget”, è il termine che meglio connota il loro pensiero profondo, lo pensano, tentano di promuoverlo, ma non osano scriverlo. A questo si sono ridotti. Che tristezza.

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