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“Da Enel, energia per l’economia circolare”

Una preziosa occasione di sviluppo tecnologico e un innovativo approccio all’ambiente che ridisegnerà sia le città in cui viviamo sia il sistema industriale, favorendo lo sviluppo del nostro Paese e la sua ripresa dopo la pandemia. È la consapevolezza con cui Enel sta affrontando la sfida dell’economia circolare, un new deal che da solo, stando ad alcuni studi, già nel 2018 era in grado di muovere 300-380 miliardi in Europa e 27-29 miliardi solo in Italia.

“Economia circolare significa soprattutto ripensare l’utilizzo dei materiali e dell’energia, sfruttare al meglio le risorse, accelerare l’innovazione”, spiega Luca Meini, Responsabile global economia circolare del gruppo guidato da Francesco Starace, sottolineando come questo potrà tradursi in un impatto positivo anche sulle filiere. “Costruire meglio i prodotti, utilizzarli in modo ottimizzato, valorizzare le energie rinnovabili comporta – prosegue Meini – un profondo sforzo di innovazione nell’ottica della sostenibilità. Una spinta, questa, che ben si sposa sia con la storia di Enel sia con le esigenze di un Paese, quale l’Italia, povero di materie prime ma patria di un design da sempre impegnato nella sperimentazione di nuovi materiali, a elaborare progetti per ripensare gli spazi ed estendere la vita dei prodotti”.

Dottor Meini, Enel ha firmato nel 2017 un manifesto per l’economa circolare, perché questa scelta e quali risultati ha permesso di raggiungere?

Luca Meini, responsabile global economia circolare del gruppo Enel

“Tre anni fa abbiamo dato vita insieme ad altre aziende italiane a un gruppo virtuoso, impegnato a sviluppare una visione integrata, a collaborare per un Paese sempre più circolare; non solo quindi nella gestione rifiuti ma per ripensare l’intero modello di business. È poi seguita una espansione di questa alleanza, che oggi conta 17 aziende attive in settori molto diversi tra loro. È un volano che potrà aiutare anche le piccole imprese del nostro Paese”.

Questo presuppone un salto culturale collettivo non facile da compiere per una Italia, soffocata da adempimenti burocratici e alle prese con il Covid….

“Il punto cardine è che l’economia circolare non è e non deve essere interpretata dalle imprese e dal consumatore come una tassa o come l’ennesimo inutile adempimento. In Italia ci si è finora concentrati sulla gestione dei rifiuti, ma l’economia circolare è molto altro e molto di più. È una nuova modalità di ragionare, progettare e produrre per esempio con la scoperta di nuovi materiali, con l’innovazione di prodotti e servizi, con nuovi modelli di utilizzo (ad esempio il car sharing), con il recupero del valore di prodotti e materiali. Occorre uno sforzo cognitivo e una visione di sistema a livello di Paese”.

Il sistema produttivo italiano è composto da molte piccole e medie imprese, Enel come sta affiancando la sua filiera in questa sfida?

“Enel sta moltiplicando gli sforzi per offrire ai propri fornitori una serie di strumenti per ripensarsi in una ottica circolare, sia sotto l’aspetto della necessaria formazione sia agendo da ponte per una serie di servizi finanziari e advisory a condizioni vantaggiose. Tale spinta all’innovazione aiuterà a creare nel tessuto industriale delle nuove competenze che lo renderanno più competitivo e in grado di contribuire alla transizione delle filiere, a partire dagli approvvigionamenti. Il mercato sarà sempre più attento a valorizzare questi aspetti e quindi ad acquistare prodotti e servizi davvero progettati e realizzati in modo circolare. Naturalmente questo impegno deve essere accompagnato da parte delle autorità pensando un quadro legislativo al passo con la trasformazione del modello economico”.
Questa innovazione di prodotti e di servizi come agevolerà e migliorerà la vita quotidiana delle famiglie italiane?

“Ci saranno ripercussioni positive su numerosi livelli. Ripensare produzione e vendita di prodotti e servizi in una prospettiva circolare produrrà dei benefici ambientali, di cui tutti noi godremo da cittadini; offrirà la possibilità di acquistare prodotti non più solo usa e getta, ma con vita più lunga e riparabili; offrirà la possibilità di usufruire di molti più beni in sharing o pagando solo per l’effettivo utilizzo. Tutto questo avrà positive ricadute anche sul lavoro, creando significative opportunità occupazionali legate a design, riparazione, chiusura dei cicli, servizi”.

Come cambieranno le città dopo la pandemia?

“Ripensare le città rappresentava una grande sfida già prima del Covid. L’economia circolare permetterà di puntare di più su mobilità elettrica, sulla pedonalizzazione di vie e piazze, sul mantenimento del valore di prodotti, beni e materiali. La rigenerazione urbana aiuterà sia l’ambiente che   l’integrazione e la coesione sociale di chi vi abita. Diverse metropoli europee come Londra e Parigi si sono già posti obiettivi molto sfidanti di circular city, ora è il nostro Paese a dover vincere la sfida”.

Enel è un gruppo globale, quali progetti circolari ha finora completato all’estero? Cosa possiamo imparare dai risultati così conseguiti?

“Enel è impegnata in progetti di economia circolare in tutti gli Stati in cui ha una forte presenza, a partire da Italia, Spagna, Romania, Nord e Sud America. In Brasile per esempio abbiamo completamente ripensato i misuratori di energia, sostituendoli con nuovi contatori realizzati con plastica riciclata da quelli smaltiti. Ritengo questo caso esemplare perché va ricordato che quello che conta non è solo la quota di rifiuti inviata ai centri di riciclo ma la percentuale che torna come riciclata nei nuovi prodotti. Ci saranno nuove generazioni di impianti eolici e fotovoltaici, batterie per le auto elettriche progettate in modo che siano gestibili in un ciclo chiuso. La sfida che abbiamo dinanzi è quella tra energie rinnovabili circolari e rinnovabili non circolari, con tantissime applicazioni pratiche che dieci anni fa non sarebbero state pensabili. L’innovazione si sta muovendo in tutte le direzioni”.

Il new deal verde abbraccia da tempo anche la Borsa, con fondi di investimento sostenibili che non di rado riescono ad assicurare a chi li sottoscrive rendimenti maggiori di quelli tradizionali…

“La finanza sostenibile è un grande driver di crescita e di sviluppo. Mi piace sottolineare che i fondi sostenibili sono già oggi azionisti di Enel con quota importante, complessivamente prossima all’11 percento del capitale sociale. In sintesi per Enel essere circolare significa innovare continuamente, prevenire i rischi ambientali, mettere in moto un trend di sviluppo con positive ricadute sulla filiera e quindi su tutto il Paese”.

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