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Disastro aereo, c’è la mano degli ayatollah?

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L’incidente al Boeing 737 della Ukraine International Airlines dell’8 gennaio scorso ha avuto, fin dall’inizio, diversi aspetti poco chiari. Poi, con il passare delle ore e le prese di posizione dei governi interessati, la confusione è decisamente aumentata. La presa di posizione del governo iraniano, che si è affrettato a far sapere che le scatole nere dell’aereo sono in suo possesso e che non saranno date alla Boeing, casa costruttrice dell’aereo, per una lettura del record degli ultimi minuti di volo, fanno suonare i primi campanelli di allarme su quello che potrebbe essere accaduto nel cielo di Teheran.

La rapidità con la quale le scatole nere sono state trovate, cosa non facile in mezzo a tonnellate di detriti metallici, ha dato la netta sensazione che i soccorsi siano stati più impegnati nella ricerca dei registratori di volo che non dei cadaveri delle vittime. Secondo vari organi di stampa a bordo dell’aereo avevano preso posto 82 iraniani, 63 canadesi, 11 ucraini, 10 svedesi, 4 afghani, 3 tedeschi e 3 britannici, i nomi sono ancora un mistero anche se sarebbe bello capire se tra di loro c’era qualche personaggio diciamo “sensibile”, e per sensibile intendiamo qualcuno che per quello che faceva o per quello che sapeva poteva essere un potenziale obbiettivo.

Anche se in un primo momento il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva messo in guardia dalle speculazioni sull’incidente occorso, chiedendo di non speculare e non presentare teorie non confermate sull’incidente, tutto questo mentre ordinava la creazione di una squadra di crisi per gestire la situazione. A poche ore di distanza, in una conferenza stampa a Kiev, il Primo Ministro ucraino, Oleksiy Honcharuk si è rifiutato di escludere l’ipotesi del missile e lo ha fatto precisando di non voler fare stupide ipotesi e di voler attendere i risultati dell’inchiesta sulle cause dell’incidente. Anche se per il momento le agenzie di intelligence occidentali scartano l’ipotesi che l’aeroplano sia stato colpito da un missile, con il passare delle ore le voci di corridoio si fanno sempre più insistenti e raccontano storie diverse.

Non è un caso che molte compagnie abbiano deciso di cambiare le rotte dei propri voli evitando uno spazio aereo iraniano considerato ad alto rischio, la stessa identica decisione che fu presa il 31 ottobre 2015 dalle maggiori compagnie aeree dopo l’incidente del volo Metrojet 9268 nel Sinai egiziano. Per mesi molte compagnie aeree europee dettero ordine ai loro piloti di volare su rotte alternative e da allora alcune di loro continuano a evitare la penisola egiziana. Per caso c’è qualcosa che i vertici di queste compagnie sanno ma che non è mai stato reso pubblico? Non sono uno che crede ai complotti e non è certo mia intenzione fare inutile allarmismo, ma la domanda è lecita.

Secondo la prima ricostruzione dei responsabili dell’aviazione iraniana l’incidente della notte scorsa si è verificato a causa di un problema tecnico, anche se i piloti, per loro stessa ammissione, non avrebbero inviato richieste di aiuto. Secondo, Evgeny Dykhne, presidente della Ukraine International Airlines, l’aereo coinvolto nell’incidente era uno dei migliori in possesso della sua compagnia, era stato costruito nel 2016 e completamente revisionato da appena due giorni e, a confermare le sue dichiarazioni, c’è il controllo effettuato a Milano Malpensa dove quello stesso aereo era recentemente atterrato e decollato. Per cui, fino a prova contraria, c’è da credere che l’aeromobile non avesse particolari problemi strutturali.

Uno dei primi quotidiani che è riuscito ad entrare in possesso del filmato della tragedia è stato il The Independent, un quotidiano britannico online, che lo ha rilanciato da un loro tweet. Il particolare strano, tra l’altro, è perché mai una persona vada a spasso nei pressi di un aeroporto alle 05:45 del mattino con un telefonino e riesca a filmare proprio un disastro che stava per accadere, strano particolare che rimane come un mistero nel mistero.

Sono diverse le fotografie che arrivano dall’Iran, che non possiamo garantirne l’autenticità, dove sono visibili parti di missili ritrovati nel sito del disastro. Sicuramente vera, invece, è la fotografia di una delle ali dell’aereo pubblicata dalla ISNA, agenzia di stampa iraniana, dove si vedono chiaramente i danni causati da qualcosa che dall’esterno ha colpito l’aereo. Per onestà bisogna dire che potrebbe trattarsi di tutto, di qualcosa che ha colpito quella parte di aereo arrivando a terra o pezzi del motore esploso che abbiano lasciato quei segni. Anche se le dimensioni lasciano aperta la possibilità di schegge impazzite che abbiano colpito l’aereo mentre era ancora in volo.

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