Salute

Ecco qual è l’alternativa al green pass - Seconda parte

Esiste un altro modo per affrontare il virus senza il lasciapassare verde? Secondo Becchi e Menichella sì e ci spiegano come

Nel frattempo, l’economia italiana risentirà moltissimo di queste restrizioni, sebbene lo farà in modo graduale secondo la nota metafora della “rana bollita”, il che renderà ancora più insidioso questo andazzo, poiché i politici si accorgono delle variazioni esponenziali, ma molto meno di quelle quasi-lineari.

Non è difficile prevedere che, insistendo su queste linee, si rischia un “effetto boomerang”; che in parte già vediamo in Israele, altro Paese con green pass: sempre più persone rifiutano i richiami. Da noi, sempre più vaccinati odiano i non vaccinati. Insomma, si pongono le premesse per un disastro socio-economico.

La mancanza di “visione” nelle scelte

Sembra mancare una visione della realtà e di dove realmente si vuole (e deve) andare. Un Governo saggio soppeserebbe, innanzitutto, l’impatto sanitario e quello economico di ogni singola decisione, visto che non siamo più in piena emergenza. La Covid-19 impatta (in assenza di vaccini) per il 97% su anziani e fragili, le misure restrittive prese – invece – su tutta la popolazione, in particolare giovani e lavoratori.

In secondo luogo, andrebbe valutato il rapporto rischi-benefici delle varie “armi” utilizzate o utilizzabili (vaccini, farmaci vari, integratori, etc.), specie di quelle che ormai si stanno usando in maniera “seriale” e soprattutto a tutela delle fasce di popolazione più giovani e dei bambini, “vittime” di questa isteria.

Il Regno Unito ha avuto, al contrario di noi, una visione e ha puntato soprattutto su tre cose: 1. vaccinazione come da noi (ma senza Green Pass!); 2. circolazione del virus fra i giovani, che hanno potuto acquisire un’immunità ampia e duratura di cui beneficia l’intera comunità; 3. un’app efficace per il tracciamento.

Si può fare ancora di più, ma sono evidenti gli enormi vantaggi della strategia del Regno Unito, che si hanno sul lungo termine: immunità più robusta e lunga di ampie fasce della popolazione; numero di morti stabile da mesi (anzi, semmai in calo); nessun impatto economico rilevante. Insomma, un buon modello.

Il numero di morti del Regno Unito è da mesi stabile, se non in discesa. E senza Green Pass!

Cosa ci dicono dati e studi scientifici

Sta diventando sempre più evidente che la nuova variante elude (o può eludere) i vaccini in circolazione, che le terze dosi durano assai meno delle seconde dosi, che certi effetti avversi seri aumentano al crescere delle dosi, che l’eccesso di mortalità osservato nel 2021 in Europa e negli USA – specie nelle fasce di età under 50 – è correlato (peraltro con uno schema molto caratteristico e ben definito che necessita un urgente approfondimento) alla percentuale di vaccinati nelle rispettive classi di età [3].

D’altra parte, abbiamo imparato che la pandemia, che ricalca in questo molto l’influenza, uccide i più anziani ed i più fragili (persone con comorbidità) ed ha prevalentemente carattere stagionale, in quanto la vita negli ambienti chiusi e il clima favoriscono un Rt > 1 (diffusione) nel periodo invernale, mentre Rt < 1 (cioè l’opposto) nei mesi estivi, come abbiamo ormai imparato dalle ultime due estati “tranquille”.

Quindi, le priorità del Governo italiano e le sue prevedibili decisioni future cozzano decisamente con la realtà dei fatti e con ciò che suggeriscono i dati e la letteratura scientifica. Questo divario fra decisioni e scienza pare riflettere una sorta di “stato confusionale” dei decisori, ma soprattutto una mancanza di visione a lungo termine.

L’emblema della “confusione mentale” delle Autorità italiane

Lo stato di confusione mentale è testimoniato anche dall’ultima “trovata” del Governo: dai Paesi UE si entra in Italia solo con test negativo, anche se vaccinati. La giustificazione usata da Draghi è stata che si voleva difendere il “vantaggio” di 20 giorni dell’Italia. Ma essa pare una decisione insensata per tre motivi:

  • I vaccinati senza test (12 milioni gli italiani potenzialmente scoperti, avendo ricevuto la 2° dose da oltre 5 mesi) possono circolare liberamente e accedere ovunque in Italia, ma per entrare nel nostro Paese i vaccinati o i guariti devono presentare un test negativo. Un totale cortocircuito logico;
  • La Omicron ha un tempo di raddoppio di circa 2 giorni, ed è già abbastanza presente in Italia da far capire, con pochi conti da terza media, che il controllo (teorico) alle frontiere per evitare l’ingresso di turisti infetti è quasi ininfluente sui numeri e sui tempi della diffusione della Omicron in Italia;
  • Appena i turisti che avevano intenzione di venire in Italia vanno in agenzia a prenotare il viaggio e sentono delle restrizioni in Italia, optano per un altro Paese; e intanto le prenotazioni degli hotel e il giro d’affari del turismo e della ristorazione crollano, preparando una nuova ondata di fallimenti.

l brevissimo tempo di raddoppio della variante Omicron è evidente dai casi di Covid a Londra per variante. Il peso della variante Omicron fra i campioni analizzati è passato dal 2% all’80% in soli 14 giorni.

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