Economia e Logistica

Auto elettriche flop, crescono gli italiani pronti a comperare benzina e diesel

Determinante il fattore prezzo. Immatricolazioni ancora in calo a gennaio, male gli ordini

auto elettriche © gregory_lee, 3alexd e Juan Ruiz tramite Canva.com

Immatricolazioni ancora in discesa a gennaio: in Italia si sono fermate a quota 133mila le autovetture vendute lo scorso mese per un calo del 5,9% sul 2024 e del 19,1% sul gennaio 2019, cioè sulla situazione ante-crisi da Coronavirus.

Non molto migliori sono peraltro le attese per i prossimi mesi visto che, secondo una indagine del centro studi Promotor, sette concessionari su dieci giudicano basso il livello di acquisizione di ordini in gennaio. Il primo trimestre è però centrale per il bilancio dell’anno. A cui si sommano le alte giacenze di invenduto.

Va da sè che la maglia nera continuano ad essere proprio le auto elettriche che i tecnocratici di Bruxelles si ostinano a imporre, convinti che un guidatore possa passare, in nome dell’ambiente, da un bagnarola euro zero con i  freni usurati a una ecar nuova di zecca con i cerchi in lega.

L’Italia continua così a occupare l’ultima posizione in Europa per diffusione di auto elettriche, con una quota sulle immatricolazioni del 4,2%. Le principali ragioni addotte dai concessionari sono:

  • i prezzi troppo elevati;
  • le colonnine di ricarica in numero insufficiente
  • la limitata autonomia 

Ad approfondire il problema è uno studio di Deloitte che conferma tra i consumatori italiani sia in continuo calo l’interesse per i veicoli BEV e Plug-in hybrid electric, mentre aumenta ancora la quota di chi considera i veicoli a benzina e diesel per il prossimo acquisto. La ricerca fotografa il sentiment di 31mila consumatori in 30 Paesi tra cui l’Italia.

La crescita è di 2 punti percentuali rispetto al 2024 e di 13 punti percentuali rispetto al 2023, in barba ai talebani del green. Quasi nove consumatori italiani su dieci infatti (87%) si dichiara disposto a spendere al massimo 50mila euro per la prossima macchina. Ma i veicoli con la spina spesso costano di più.

Crescono quindi di numero anche i guidatori che scelgono come compromesso le auto ibride (+2 punti percentuali. rispetto al 2024).

 

Fonte Deloitte

 

In sostanza, le pressioni inflazionistiche e il venir meno degli incentivi pubblici ha frenato per il secondo anno di fila l’interesse per i veicoli elettrici. Nè basta il fatto di poter risparmiare sul pieno di carburante. Anche perchè la metà del campione che sarebbe pronto a guidare una vettura elettrica vorrebbe ricaricarla a casa, ma il 25% ritiene che l’impianto non sarebbe comunque realizzabile nel proprio contesto.

A scoraggiare quasi un guidatore su due è inoltre l’autonomia di guida in termini di tempo e l’attesa necessaria per la ricarica. Quello delle auto elettriche era peraltro un suicidio industriale annunciato e già previsto da Sergio Marchionne, l’ultimo grande manager che ha avuto la Fca prima del disastro rimediato da Carlo Tavares in Stellantis e il piano di salvataggio per gli stabilimenti italiani condiviso con il governo.

Ecco invece i criteri di scelta degli italiani al momento di cambiare auto:

  • Il prezzo è ancora al primo posto (56%);
  • qualità del prodotto (54%)
  • caratteristiche del veicolo (49%).

Per oltre la metà (55%) dei nostri connazionali non ha peraltro alcuna rilevanza la nazionalità della casa automobilistica, a differenza di quanto avviene per esempio in Francia o in Germania. Un altro successone per il brand Fiat. A cui si aggiunge la beffa per le case produttrici di dover comperare crediti green da Tesla & Co per evitare le maxi-multe.

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