Banca

Bankitalia manda i suoi “agenti segreti” a spiare come lavorano le filiali

Fingendosi clienti inesperti verificheranno come vengono venduti mutui, fondi o altri prodotti finanziari.

Non saranno dei maestri del travestimento come Arturo Brachetti né potranno disporre di diavolerie tecnologiche alla James Bond per condurre le loro indagini, ma saranno gli “agenti segreti” di Bankitalia. Esperti ispettori con il compito di aggirarsi in incognito nelle filiali delle banche italiane per verificare se lo sportellista o i suoi superiori assicurano ai clienti informazioni corrette ed esaustive sui prodotti e servizi tipici del credito,  come il costo e il funzionamento di mutui, prestiti o ancora sul differente grado di rischio connaturato ad azioni, obbligazioni e fondi comuni.

 

Il nome tecnico della iniziativa di Bankitalia è “mistery shopping” ed è una novità per la nostra Vigilanza. Quello che qui importa, tuttavia, è sottolineare che gli ispettori in incognito, magari camuffati con occhiali e barba posticci o con i gemelli della camicia bianca occultati sotto una tuta da metalmeccanico oppure ancora  protetti da un cappellino alla moda in nuance con la borsetta e con il collare del cagnolino al seguito,  potranno verificare come lavora davvero sul campo la banca oggetto del sopraluogo. Potranno ascoltare con le proprie orecchie, fingendosi del tutto inesperti di finanza, come per esempio il personale di quell’istituto propone un prestito e ne dettaglia il costo al variare dei tassi della Bce o come chiarisce meccanismi, rischi e prospettive di un prodotto su cui investire. In ultima istanza le “spie” in incognito di Via Nazionale avranno una fotografia molto più dettagliata del servizio erogato rispetto a quella che potrebbero ricavare se eseguissero l’ispezione con appuntata sulla giacca la spilla di Via Nazionale. 

 

Gli ispettori della nostra banca centrale non fanno parte né delle forze di Polizia né della Guardia di Finanza, quindi anche in caso scovassero dei comportamenti poco ortodossi in una filiale, non potranno comminare sanzioni immediate e, a missione ultimata, non arriveranno nè le telecamere delle Iene nè di Striscia la Notizia; nessun clamore mediatico. Il lavoro di questi esperti del credito, camuffati da uomini della strada,  permetterà tuttavia alla Vigilanza di raccogliere delle informazioni tanto preziose quanto delicate. Anche per circoscrivere eventuali “pressioni commerciali“, un problema che si presenta quando la catena di comando di un istituto, probabilmente con l’intento di centrare gli obiettivi dati, dirama l’ordine alla base di vendere ai clienti il più alto numero possibile di prodotti e servizi. Si tratta di un fenomeno denunciato più volte dai sindacati del credito, che proprio in queste settimane sono impegnati con la controparte dell’Abi (l’Associazione che rappresenta le banche italiane)  al tavolo del rinnovo del contratto del settore, e che fa un’altra volta capire quanto sia prezioso per chi è poco avvezzo alla gestione del denaro poter disporre di un bravo consulente.

 

Regolato da una norma europea, il mistery shopping è già utilizzato da tempo dall’Ivass, l’Autorità delle assicurazioni, per monitorare la vendita delle polizze. Qui occorre però una riflessione più ampia. Perché, per quanto potranno essere efficaci gli agenti segreti di Bankitalia nello scovare eventuali magagne su come le banche si rapportano con la clientela, il quadro non potrà cambiare davvero in modo radicale senza la diffusione di una vera educazione finanziaria nella popolazione. Un punto quest’ultimo su cui, come dicono molte statistiche europee, il nostro Paese purtroppo di certo non brilla.

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