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“Fermate la guerra, per frenare la crisi”. Ma la politica pensa alle elezioni e a litigare. E il Paese muore.

E intanto dall’Asia arrivano pessime notizie sulle aperture dei mercati, in rosso anche i future europei.

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“Non ha alcun senso continuare a perdere settimane a caccia di un colpevole o cullando l’illusione di approntare un piano scrupoloso. Meglio agire”. (Warren Buffett)

E’ domenica, domenica 5 ottobre del 2008. Gli USA stanno implodendo su se stessi. Il loro sistema bancario è a pezzi, Lemhan Brothers è fallita da pochi giorni. La borsa scende a colpi che vanno dai due ai cinque punti al giorno. Le perdite sono ingenti. Le istituzioni americane non capiscono fin dove possa arrivare il “Buco stramiliardario”. Nel film “Too Big too fail, troppo grandi per fallire, il segretario al Tesoro americano, Henry Paulson, in un dialogo drammatico con la moglie dice:”Domani ppotrebbbe non esserci pù un sitsema bancario in America…”.

Ed invece a distanza di ormai 14 anni il sistema bancario c’è ancora ed è solidissimo e la cavalcata dei mercati finanziari, in questo lasso di tempo, è stata la più prorompente di sempre. Ma nell’occhio del ciclone tutto sembrava perduto.

I toni erano forti, le critiche erano accese. Il governatore di allora della Federal Reserve era nell’occhio del ciclone, un pò come oggi. Ben Bernanke ed il suo predecessore Alan Greespan erano visti come i colpevoli autori di mancati congrolli ed interventi. Proprio in quei giorni in cui tutto sembrava esssere sul punto di sparire, Warren Buffett in una lunga intervista al Foglio, tra tante cose, pronunciò anche la frase con cui abbiamo aperto questo articolo.

 

Debito buono o cattivo bisogna ripagarlo comunque

Ed invece Venerdì scorso all’esplosione della negatività sui mercati finanziari ha fatto seguito una lunga, forte e sostenuta azione di contrasto con la BCE dei nostri politici. Lo hanno fatto per demagogia, mentre ottenevano dissenso per la BCE?

Mi chiedo, cari politici, va bene lo spread, va bene l’incertezza va bene tutto tranne che, dal “farò tutto ciò che serve” di Mario Draghi che ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche, frenato la speculazione e rimesso in linea di galleggiamento l’euro e salvato l’Italia; da quel 26 luglio 2012 sono passati 10 anni in cui cosa è stato fatto?.

Ebbene quante azioni sono state messe in piedi per ridurre la quota di Debito Pubblico? Nessuna. Abbiamo fatto finta che il problema non ci fosse. Ed invece c’è eccome. Ed ora i nodi stanno arrivando al pettine. 

Non stimo la Lagarde, ma ancor meno stimo chi non ha mossso un dito per provare a cambiare le cose. I mercati puntano l’Italia per speculare? Cosa ha fatto l’Italia per evitarlo? Nulla. Non è stato fatto niente in 10 anni.

Anzi sono stati gli anni in cui si è generato maggiorn debito:

 

E poi dal 2019 con Conte prima e Draghi poi siamo a:

 

In pratica è aumentato di quasi altri 475 miliardi.

Un’enormità insostenibile, fatta di banchi con le rotelle, di monopattini ed altre astruse scelte senza costrutto. Così come il bonuss da 200 euro che non serve ne a chi ne ha bisogno ne a chi non ne ha.

Altri 2,7 miliardi buttati via…

Bisognerebbe far quadrato invece che una continua campagna elettorale. BBisognerebbe capire il momento ed alzare il piede dal pedale del TUTTI CONTRO TUTTI al TUTTI ASSIEME PER SALVARE IL SALVABILE.

L’Europa ci ha sostenuto, se lo avesse fatto anche la politica interna avremmo agito e ci saremmo trovati in condizione diversa.

Tutto questo non vuol dire che stimi la Lagarde.

Anzi non la reputo all’altezza di un ruolo che oggi può condannare o far sopravvivere un paese, milioni di persone in un  continente.

E intanto mentre sto scrivendo, i mercati asiatici, già aperti, segnano un quasi -3%.

Sarà una giornata difficile? Probabile, a meno che non la si renda diversa con scelte implrttanti e forti.

Bisogna fermare la guerra. Non c’è altra strada.

Chi lo deciderà?

L’Europa se esistesse, Biden se abbassasse i toni. La guerra  è stata l’ultimo anello di una catena partita dal lockdown che ha generato le attuali storture finanziarie. Dalla fine della Guerra è obbligatorio ripartire da lì, altrimenti, attenti a risparmi, banche, redditi e tasse…

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