Educazione finanziaria

Gli italiani si riempiono le tasche di titoli di Stato. E il Tesoro lancia la terza emissione del Btp Valore

Conti correnti dai rendimenti rasoterra e maxi inflazione fanno raddoppiare la quota di debito pubblico detenuta dai piccoli risparmiatori

Gli italiani puntano sui Btp

Delusi dai rendimenti prossimi allo zero pagati dai conti correnti e preoccupati dal peso dell’inflazione, i risparmiatori italiani si sono infilati in tasca in grande quantità i titoli emessi dal ministero del Tesoro. Merito anche dei Btp Valore, che offre cedole crescenti e un premio fedeltà a chi li tiene fino a scadenza.

Negli ultimi due anni è più che raddoppiata, infatti, la quota di debito pubblico detenuta dai piccoli risparmiatori. Un chiaro messaggio ai gufi dello spread e ai grandi investitori internazionali che scommettevano contro il rischio Italia. Quando oggi, invece, è la Germania, cioè la patria del rigore, a essere finita in recessione e a vedere le sue imprese fallire a catena.

Fonte Fabi

Ma torniamo all’Italia. A dicembre 2021, a fronte di un debito pubblico di 2.572 miliardi, il mercato retail aveva il 6,4% dei 2.234 miliardi di obbligazioni del Tesoro in circolazione, cioè 685 miliardi. La quota è quindi salita all’8,7% a fine 2022 (199 miliardi su 2.280 miliardi di titoli).

Nei primi dieci mesi del 2023, calcola l’ufficio studi della Fabi, c’è poi stata un’accelerazione. A ottobre, quando il debito era arrivato a 2.867 miliardi, le famiglie avevano il 13,5% di Bot e Btp in circolazione, cioè 322 miliardi sui 2.389 miliardi totali di emissioni statali.

Il boom ha coinciso con il successo di pubblico dei primi due collocamenti del Btp Valore, di cui il Tesoro sta ora predisponendo la terza emissione. Il titolo governativo è riservato al retail e si potrà sottoscrivere dal 26 febbraio al primo marzo.

La priorità del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti resta infatti tenere a bada il debito con il ritorno in vigore del Patto di Stabilità europeo, senza soffocare del tutto la crescita del Pil.

Fonte Fabi

Sul denaro abbandonato sul conto corrente si strappa in media meno dell’1%, cioè nulla se si considera che la corsa dei prezzi era vicina al 10 per cento e resta ancora oggi marcata. Tanto che nei primi dieci mesi dello scorso anno, nota il primo sindacato dei bancari guidato da Lando Maria Sileoni, dai conti correnti si è registrato un deflusso di 152 miliardi. Con il risultato di abbattere il tesoretto a quota 1.300 miliardi.

Denaro che famiglie e imprese hanno in parte investito in Borsa ma anche usato per le emergenze quotidiane. Le famiglie hanno saldato le bollette e hanno fatto la spesa anche infilando nel carrello i prodotti no logo; le aziende hanno pagato stipendi e fornitori.

Sui conti di deposito ci sono ora offerte promozionali a tempo che ricoscono  il 5 percento, perlomeno sulla liquidità vincolata. Il ritorno del Bot People tuttavia proseguirà, perché è probabile che la gran parte degli istituti di credito continuerà a riconoscere sui i conti correnti tassi in media inferiori a quelli dell’Eurotower anche quest’anno.

Per approfondire leggi anche: La crisi del canale di Suez rischia di far ripartire l’inflazione, attenti ai vostri soldi. Qui, invece, ecco come procede con Eni la politica delle privatizzazioni. E qui la sonora bocciatura che i dipendenti della Bce hanno riservato a Christine Lagarde, ritenendola inadeguata.

Sarebbe però prudente valutare sempre le proprie scelte di investimento insieme un consulente di fiducia, così da costruire tramite i fondi di investimento e gli Etf un portafoglio con il mix di azioni, di obbligazioni e di valute più adatto al proprio profilo di rischio.

Fabi
Il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni
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