L’economia dello Spazio è una grande occasione per l’Italia e le sue filiere industriali. Basti dire che, secondo recenti stime, il valore di mercato a livello globale raggiungerà quota 1,8 trilioni di dollari entro il 2035, per un tasso di crescita annuo del 9% rispetto ai 630 miliardi segnati nel 2023. Per dare questo grande impulso – avverte uno studio di SACE, la realtà guidata da Alessandra Ricci direttamente controllata dal ministero del Tesoro e specializzata nel sostegno al made in Italy – saranno necessari massicci investimenti sia da parte dei privati sia in partnership con il pubblico.

Una occasione stellare per tutto il Paese
Quello dello Spazio è infatti un new deal che marcia trasversale rispetto a molto settori industriali, in una modalità non dissimile da quella a cui abbiamo assistito con la diffusione di internet e del digitale. Perchè se in primis la space economy coinvolge realtà hi-tech, informatiche o meccaniche, (come per esempio l’avionica o la cybersecurity) subito dopo allarga la sua influenza a tutti i comparti che attingono dalle nuove soluzioni che saranno adottate per ottenere incrementi in termini di produttività e di sostenibilità. Esempi tipici di questa rivoluzione spaziale sono l’impiego in agricoltora di droni e di avanzati sensori o ancora i trasporti con le smart road.
Una filiera di 400 imprese e un volano del lavoro
L’industria dello spazio in Italia poggia peraltro su una filiera estremamente ramificata in diversi settori dell’economia: già oggi ne fanno parte oltre 400 imprese, di cui 250 attive in business strettamente legati alle attività spaziali, che realizzano un giro d’affari prossimo ai tre miliardi. Un’altra prova del potenziale del settore nel nostro Paese sia dal punto di vista del Pil sia della sicurezza nazionale sia dell’occupazione per i giovani, visto che riesce a generare quattro nuovi posti di lavoro per ciascun occupato. Va però rimarcato che il 66% di queste realtà sono pmi e il 27% startup, a testimoniare certo la potenziale elevata spinta all’innovazione ma anche la necessità di fare sistema e ragionare in termini di filiera per trovare le forze necessarie e vincere la sfida. Allo stesso modo sono molte le sinergie con l’altra rivoluzione tecnologica che sta cambiando le nostre vite, quella dell’intelligenza artificiale che sempre più sale a bordo dei velivoli spaziali migliorandone le prestazioni.
L’Europa cerca la rampa di lancio
A livello europeo, si contano invece oltre 800 imprese nate solo nell’ultimo decennio con 63mila occupati. Proprio il Vecchio continente paga però un grande ritardo rispetto a competitor come Stati Uniti e Cina che si contendono la leadership. Sempre secondo lo studio, esiste un gap di almeno 10 miliardi nei soli investimenti privati attesi nei prossimi cinque anni. L’Italia è invece il terzo Paese europeo per investimenti, con un impegno nel che nel 2023 è aumentato a 148 milioni, e c’è il supporto del Pnrr sia dei piani comunitario, a partire dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea
Le Garanzie di SACE per le pmi
Tutto questo tuttavia non basta. Da qui il ruolo di SACE che per vocazione affianca le pmi facendo squadra con loro, anche semplificandone l’accesso al credito per poter realizzare gli investimenti e fare formazione. In particolare la società mette a disposizione strumenti quali: Garanzia Green pensata per i processi di transizione che riducono le emissioni dei cicli; Garanzia Futuro che è invece orienta alla digitalizzazione; servizi di recupero crediti e di factoring utili a liberare maggiori risorse finanziare da dedicare al business e agli investimenti. Insomma se le imprese italiane giocano in squadra tra loro e con SACE, facendo leva sull’eccellenza tecnologica, sull’alta qualità e professionalità della forza lavoro, sulla capacità di fare filiera possono colmare il gap oggi esistente in termini di competitività e, quindi di redditività e di sostenibilità.
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