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L’investitore intelligente e la Regola del 72

L’investitore intelligente e la Regola del 72 L’investitore intelligente e la Regola del 72

Un’operazione di investimento è un’attività che, dopo un’analisi approfondita, promette la sicurezza del capitale e un rendimento adeguato. Le operazioni che non soddisfano questi requisiti sono speculative”; così si esprimeva quello che è considerato uno dei più grandi investitori del XX secolo, maestro del celebre Warren Buffett.

Analizzando la frase, a una prima lettura superficiale (lo dico soprattutto per i risparmiatori italiani, v. articoli successivi), si potrebbe pensare che – quando Graham afferma che un’operazione di investimento è un’attività che promette la sicurezza del capitale – si riferisca quindi a uno strumento che garantisca il capitale (leggi un titolo di stato o obbligazione).

Nulla di più sbagliato, Graham è figlio della cultura americana e, pur avendo avuto un’infanzia non semplice (nato nel 1894 a Londra, la famiglia di Graham si trasferì in America quando lui aveva un anno, il padre morì nel 1903 e la mamma perse tutti i suoi averi nel crollo della borsa del 1907), iniziò a lavorare ventenne a Wall Street: nel 1919 ottenne un rendimento del 250% con le azioni della Savold Tire nel settore tecnologico dell’epoca, quello automobilistico, salvo perdere tutto pochi mesi dopo per lo scandalo finanziario che travolse la società.

Graham divenne un esperto nell’analisi dei titoli (azionari e obbligazionari) e –nonostante il grande crollo del 1929-1932 – prosperò negli anni successivi alla crisi: il suo fondo di investimento, dal 1936 al 1956 (quando andò in pensione), ottenne un rendimento medio annuo del 14,7% (tutte le informazioni sono tratte dal libro “L’Investitore Intelligente” edito per la prima volta nel 1949).

Dicevamo quindi che Graham quando parla di “sicurezza del capitale” non si riferisce quindi al solo investimento obbligazionario, anzi, pensa soprattutto alle azioni che, acquistate in maniera Intelligente appunto, alla fine non sono rischiose come si potrebbe pensare e garantiscono quel “rendimento adeguato” che ogni investitore mira a raggiungere.

Certo poi se si acquistano azioni bisogna anche saper tollerare le oscillazioni, a tutti piace detenere i titoli che salgono: un esempio? Apple (ma vale anche per Amazon e altri). In effetti possedere azioni Apple avrebbe garantito, dal momento della loro quotazione, uno stellare 119.361%... (fonte: compoundadvisor.com) Ma quanti hanno avuto la forza di tenere le azioni Apple anche nei momenti più negativi della sua storia? In tre distinti casi infatti Apple perse più del 75% del proprio valore; sicuri che le avreste mantenute in portafoglio? Insomma, come dice ancora Graham nella frase riportata sotto…

Graham consiglia la diversificazione “a causa delle incertezze sul futuro, l’investitore non può permettersi di mettere tutti i suoi fondi in un solo paniere: né nel paniere delle obbligazioni, né in quello azionario”.

Il suo suggerimento? “Investire in azioni mai meno del 25% o più del 75%; l’assunto di partenza è che la divisione standard tra i due principali strumenti di investimento debba essere paritaria, ovvero del 50-50”. A molti risparmiatori italiani a questo punto sarà venuto un coccolone e sarà necessario un cordiale. Da noi la soglia del 25% è spesso vista come limite in alto, una sorta di Colonne d’Ercole che mai devono essere varcate.

E infatti cosa fanno gli italiani? Ovvio, acquistano Btp e Bot (ai tassi più bassi di sempre) e Btp Futura…

Certo poi se si acquistano azioni bisogna anche saper tollerare le oscillazioni, a tutti piace detenere i titoli che salgono: un esempio? Apple (ma vale anche per Amazon e altri). In effetti possedere azioni Apple avrebbe garantito, dal momento della loro quotazione, uno stellare 119.361%... (fonte: compoundadvisor.com) Ma quanti hanno avuto la forza di tenere le azioni Apple anche nei momenti più negativi della sua storia? In tre distinti casi infatti Apple perse più del 75% del proprio valore; sicuri che le avreste mantenute in portafoglio? Insomma, come dice ancora Graham nella frase riportata sotto…

 

E qui ritorna utile la seconda parte del titolo del post di oggi: la Regola del 72.

Il primo che parlò della regola del 72 fu il matematico italiano Luca Pacioli nel 1494 nel suo Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita: in pratica la regola del 72 è un metodo che permette di calcolare il periodo di tempo in cui un investimento raddoppia.

Dividendo infatti il numero 72 per il tasso di interesse si ottiene (approssimato) il numero di anni necessario per il suo raddoppiamento.

Quindi, nel nostro caso: per i Bot e per tutti i Btp (ormai con tassi negativi fino a 5 anni) non se ne parla nemmeno; per il Btp Futura, che promette un tasso tra lo 0,73 e lo 0,98% (fonte Il Sole 24 Ore di oggi), il numero magico di anni per raddoppiare il capitale è uno stratosferico 98,63 o 73,47 anni.

Alla faccia del lungo periodo di cui nessuno vuol sentire parlare

Certo poi se si acquistano azioni bisogna anche saper tollerare le oscillazioni, a tutti piace detenere i titoli che salgono: un esempio? Apple (ma vale anche per Amazon e altri).
In effetti possedere azioni Apple avrebbe garantito, dal momento della loro quotazione, uno stellare 119.361%… (fonte: compoundadvisor.com)

Ma quanti hanno avuto la forza di tenere le azioni Apple anche nei momenti più negativi della sua storia?

In tre distinti casi infatti Apple perse più del 75% del proprio valore; sicuri che le avreste mantenute in portafoglio?

Insomma, come dice ancora Graham nella frase riportata sotto…

L’investitore intelligente e la Regola del 72

 

Il segreto del successo finanziario è dentro di voi
Con disciplina e coraggio potete evitare che gli sbalzi d’umore altrui influenzino il vostro destino finanziario. In definitiva, il comportamento dei titoli in cui investite è molto meno importante del vostro
”  

Benjamin Graham da “L’Investitore Intelligente”

 

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