Inflazione

Il caro prezzi svuota il carrello, crolla lo spreco alimentare

Gli italiani buttano nel cassonetto dell’immondizia il 25% in meno rispetto all’estate del 2002

Avete presente la pesca dell’ultimo, toccante, spot dell’Esselunga che tanto sta facendo uscire pazzi i benpensanti woke? A guardare i dati appena diffusi sul crollo dello spreco alimentare anche in Italia è lecito immaginarsi che quel frutto, simbolo nella pubblicità di un amore da ritrovare tra mamma e papà, oggi venga tagliato in parti uguali dai genitori e suddiviso per sfamare la prole. Gli italiani, messi a dura prova dalla corsa dei prezzi, riempiono infatti sempre di meno il carrello della spesa e poi centellinano il cibo fino all’ultima briciola, senza buttare via più nulla. In particolare – certifica una indagine di Waste Watcher, International Observatory on Food and Sustainability svolta con il contributo di Ipsos –  i nostri connazionali buttano nel cassonetto dell’immondizia (rigorosamente differenziata) il 25% in meno rispetto all’estate del 2002, per la precisione 469,4 grammi a settimana. Certo due decenni sono molti per trarre conclusioni, ma aiuta a circoscrivere il fenomeno notare che il cestino dell’umido sia diventato più leggero di 54,7 grammi anche rispetto al gennaio scorso. Con una corsa dei prezzi dei beni alimentari ancora poco sotto il 10% è insomma difficile fare quadrare il bilancio di casa con stipendi fermi da anni, soprattutto se in famiglia c’è un disoccupato.

Il percorso di risparmio e zero sprechi con freezer e frigorifero interessa anche altri Paesi europei inclusi il Regno Unito e la (ex) benestante Germania ma restano però Francia e Spagna quelle che più pongono attenzione alle scadenze sulle confezioni. Quanto ai singoli cibi, anche se naturalmente molto incidono le abitudini alimentari di ciascuno, quello che più di frequente va buttato è proprio la frutta fresca. E questo, a chi scrive, sembra un segnale che dona ancora maggiore sapore a quella pesca dell’Esselunga. Seguono per frequenza nell’immondizia le insalate, le patate e il pane ma non mancano la ben più costosa carne o gli affettati.

 

In sintesi, aprire il frigorifero di casa in piena notte e trovarlo tanto stipato di ogni golosità e pietanza da non riuscire a vederne la luce interna, è ormai un miraggio per molti. Speriamo di non dover emulare tutti il Conte Mascetti quando, in una esilerante quanto amara scena del film “Amici Miei”, scoperto che per cena non sarebbe stato possibile cucinare che una frittata di due uova con le patate, esce a comprare un “rinforzino di nove olive di numero e mezz’etto di stracchino”

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