Il settore dei microchip fa cortocircuito in Borsa. Il comparto continua a perdere smalto, penalizzato prima dalla crisi di vendita delle auto elettriche in Europa, poi dalla debolezza dell’economia cinese e infine dai dazi della guerra commerciale innescata da Donald Trump.
Neppure i miracoli promessi dalla diffusione di ChatGpt e degli altri sistemi di intelligenza artificiale generativa bastano a sconfiggere il virus. A titolo di esempio, mentre stiamo scrivendo, il titolo StM è nuovanemente colpito dalle vendite in Piazza Affari.
StM ha perso il 49% del proprio valore nell’ultimo anno. Una dimostrazione della scarsa fiducia che il mercato riconosce alla strategia degli attuali vertici ma anche di un contagio diffuso nel settore. Vediamo allora come orientarsi nei semiconduttori, un settore che era stato protagonista di una forte crescita dopo la pandemia.
La premessa è che il comparto non è unico, ma va diviso in tanti differenti sotto-settori specializzati. I chip che equipaggiano le auto non sono infatti gli stessi di quelli che occorrono per assemblare l’ultimo iPhone o il prossimo modello di Samsung, così come ancora diversi sono i chip della scheda grafica dei computer o ancora per i sistemi di intelligenza artificiale.
Bisogna insomma capire come andranno le singole categorie di prodotti. Le stesse stime di crescita globale del settore stanno peraltro subendo un ridimensionamento: +11,2% secondo l’istituto WSTS (World Semiconductor Trade Statistics) contro il 15% prima stimato da IDC e il 12,7% di Gartner.
Non solo WSTS vede una crescita delle vendite del 16,8% dei microchip logici, del 13,4% dei microchip di memoria mentre i semiconduttori a tecnologia matura non andranno oltre il 9%. Senza contare che la cinese Deepseek ha dimostrato che i modelli avanzati di intelligenza artificiale possono funzionare con un numero inferiore di chip di memoria. Cosa che è probabile si traduca, oltre che in una domanda meno spumeggiante, anche in una compressione dei prezzi.
“Il mercato sta diventando sempre più bifronte, con una forte crescita nei segmenti legati all’intelligenza artificiale e ai data center e un ristagno nei segmenti più tradizionali, come i PC, gli smartphone e il settore automobilistico, a causa delle pressioni sui prezzi dei semiconduttori”, riassume uno studio di Ing che prevede il mercato si espanda del 9,5% da qui a dicembre su scala globale.
In ogni caso gli smartphone non saranno il motore della crescita dei ricavi nel settore dei semiconduttori, avverte Ing, che appare ancora più pessimista sul fronte dell’auto, dove il rimbalzino del mercato dovrebbe fermarsi a un modestissimo +1,6 percento.
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Diverso il panorama delle vendite di semiconduttori per applicazioni AI, dove si calcola che i data center hyperscale abbiano investito solo lo scorso anno 112 miliardi di dollari in semiconduttori, quasi il doppio rispetto al 2023. E la tendenza dovrebbe proseguire.
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