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Finalmente si riapre! La resistenza di Conte è finita

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Finalmente uno sprazzo di lucidità, nonostante il governo. Il protocollo delle regioni (a cui l’esecutivo nazionale, alla fine della fiera, si è dovuto adattare) è fatto di indicazioni ragionevoli. Giuseppe Conte per settimane ha fatto resistenza, poi ha fino all’ultimo provato a ingabbiare le regioni, ma, in ultima analisi, si è piegato. Al massimo, Palazzo Chigi si è riservato con malizia politica il potere di fare retromarcia: come dire, se qualcosa andrà male, prendetevela con i governatori.

Nel testo preparato dalle regioni, è apprezzabile che ci sia una sostanziale omogeneità tra le attività (ristorazione, negozi, barbieri, alberghi, uffici pubblici, ecc): in tutti i casi si chiede la distanza di 1 metro, si raccomanda la prenotazione (ma in modo non ossessivo), e la stessa misurazione della temperatura (per fortuna) diventa solo una possibilità, senza obblighi.

In un passaggio del documento, quello sulle spiagge libere (e ci si potrebbe quasi commuovere, da liberali: complimenti all’ignota mano che ha vergato il passaggio), si fa appello “all’informazione e alla responsabilizzazione individuale”. Finalmente!

Siamo in una situazione incomparabilmente migliore delle assurde prescrizioni Inail-Iss, che avrebbero trasformato un negozio in una sala operatoria e un ristorante in una capsula spaziale. Il buon senso dei governatori ha apprezzabilmente riportato tutto ad una dimensione di minima ragionevolezza. Semmai, resta da capire quale allucinazione, quale follia, abbia indotto per giorni e giorni il governo a intestardirsi nella difesa di protocolli impraticabili.

Ora però è necessario il passaggio successivo, che dipende per metà dal governo e per l’altra metà dai media: e cioè la creazione di un clima di normalità, l’uscita dall’atmosfera bellica in cui siamo stati precipitati. Occorre incoraggiare le persone a riprendere la vita normale, a consumare, a uscire di casa, a recarsi nei locali. Capovolgendo la cappa mediatica degli ultimi mesi, sospendendo il bollettino di guerra martellante a cui siamo stati sottoposti, evitando isterismi per un minimo movimento della curva dei contagi.

Non solo in economia, ma nella vita, l’elemento psicologico, le aspettative, la soddisfazione individuale, sono elementi letteralmente decisivi. Dunque, siamo tutti chiamati a voltare pagina, superando l’informazione del terrore, e ripristinando un’atmosfera serena, laboriosa, positiva. Non dispiaccia a prefiche, virologi a lutto, professionisti dello stato d’eccezione, e premier per caso con pochette.

Daniele Capezzone, 18 maggio 2020

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