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Fincantieri taglia le emissioni, rotta verso l’obiettivo zero

Si chiama “Viking Libra”, sarà la prima nave da crociera al mondo alimentata a idrogeno stoccato a bordo e sarà in grado di navigare e operare a zero emissioni. La recente commessa ricevuta Fincantieri da parte del gruppo Viking racconta molto dei risultati raggiunti dal gruppo guidato dall’amministratore delegato Pierroberto Folgiero per mitigare l’impatto ambientale del trasporto via mare di persone e merci.

Entro il 2035 la prima nave  net-zero

Fin dal suo piano industriale Fincantieri pone infatti come prioritario lo sviluppo, entro il 2035, della prima nave net zero. Un obiettivo molto ambizioso che ha come filo conduttore la realizzazione di una serie di unità sempre più ecologiche, sicure e performanti. Il gruppo ha quindi iniziato a lavorare innanzitutto al di fuori della sala macchine, ovvero sulle tecnologie che non riguardano la propulsione, centrando una riduzione delle emissioni del 32%. Tra le innovazioni che profumano di futuro, c’è per esempio quella che riduce l’attrito dello scafo grazie alla creazione di particolari grandi bolle d’aria (air lubrication system) e quella che impiega particolari vernici siliconiche o le portelle per i thruster che ottimizzano la fluidodinamica della nave. Insomma, lintero sistema-nave deve essere ripensato per ridurre le emissioni. A questo si affianca lo sforzo in sala macchine per lo sviluppo combustibili alternativi al gasolio marino, quali per esempio il gas naturale liquefatto (Lng) e il metanolo, fino alla frontiera dell’idrogeno e dei suoi derivati. Proprio su quest’ultimo fronte, Fincantieri ha realizzato il progetto ZEUS (Zero Emission Ultimate Ship) in collaborazione con il Cnr: si tratta di una nave laboratorio lunga 25 metri e spinta interamente a idrogeno tramite fuel cell. Infine gli ingegneri sono al lavoro per la cattura della CO2.

Folgiero: “Le nostre navi saranno come smart city,  green e digitali”

Il piano industriale di Fincantieri esprime lambizione di affermarci come leader mondiali nella realizzazione e gestione a vita intera della nave di domani, che vediamo come una smart city galleggiante a tutti gli effetti, una piattaforma contraddistinta da contenuti digitali e green”, aggiunge lo stesso Folgiero.  Fincantieri vuole quindi giungere prima dei concorrenti al giro di boa nella regata” mondiale che condurrà alla decarbonizzazione dellindustria navale, anche in vista della promettente espansione delle energie rinnovabili con leolico offshore galleggiante. Senza dimenticare la possibilità di utilizzare il nucleare per la propulsione delle navi.

Fonte: Fincantieri
Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri

 

Occorre uno sforzo di sistema

Le trasformazioni in atto stanno quindi completamente ridisegnando il futuro della navigazione. Il passo successivo individuato da Fincantieri è al 2030, anno entro il quale sarà possibile giungere a una nave che produce il 61% in meno di emissioni totali e che di fatto azzera quelle in porto, grazie a soluzioni dual fuel, celle a combustibile e batterie. Per centrare questo obiettivo e superarlo occorre tuttavia uno sforzo di sistema che coinvolgerà lintera filiera, con Fincantieri schierato in prima linea come “abilitatore tecnologico”. Non si tratterà infatti più di marinizzare un nuovo tipo di carburante, ma di fare in modo che i nuovi combustibili siano disponibili in quantità e a prezzi adeguati in banchina. Solo se lintero ecosistema accompagnerà la transizione energetica in mare, allora questa avverrà. Se invece rimarrà un problema degli armatori, allora non si riuscirà ad andare oltre i livelli prodotti con lLNG.

Viking Libra in crociera verso la decarbonizzazione

Un esempio della navigazione a idrogeno è proprio la “Viking Libra” che con una stazza lorda di circa 54.300 tonnellate e una lunghezza di 239 metri, potrà ospitare fino a 998 persone in 499 cabine. Il sistema di propulsione di ultima generazione, combinato con una tecnologia avanzata a celle a combustibile, sarà in grado di generare fino a sei megawatt di potenza, stabilendo un nuovo standard per gli sforzi di decarbonizzazione del settore. Il successo di questa iniziativa congiunta con Viking fa leva sulla capacità di Fincantieri di integrare nuove tecnologie a bordo: l’idrogeno liquido viene infatti caricato con le celle a combustibile in singoli container da tre megawatt ciascuno; questi container sono poi scaricati e sostituiti con una catena logistica pensata ad hoc lungo il percorso della nave da crociera. In sostanza ciascun container funziona come una grande batteria, risolvendo il problema dello storage a bordo, che alimenta i motori e le altre funzioni della nave. Questo traguardo è possibile anche grazie al contributo della controllata  Isotta Fraschini Motori (IFM), storico nome dei motori made in Italy che così prenota la leadeship nel mercato dell’alimentazione a idrogeno.

 

Fonte: Fincantieri

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