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Fine di un impero? - Seconda parte

La risposta di Trump sarà rozza ma è miracolosamente realistica: le condizioni di favore sul commercio ai cinesi potevano essere giustificate dal sostegno alla politica di sviluppo senza egemonismo impostata da Deng, non a quella tendenzialemte imperialista di Xi, il douce commerce non ha convinto Teheran che ha usato i guadagni da non sanzioni per finanziare interventi militari in Libano, Siria, Irak e Yemen, Erdogan deve essere posto di fronte alla scelta di aderire a un equilibrio ispirato da valori liberali e il finanziamento dei vari movimenti terroristici guidati dalla Fratellanza musulmana, Parigi e Berlino devono scegliere se costruire un fronte occidentale o un multilateralismo dove tutte le vacche sono bigie e si può fare retorica sull’ambiente e truccare i motori diesel o le soglie di anidride carbonica, non pagare il dovuto per la Nato e così via.

Può darsi che chamberlainamente ci si debba arrendere a un mondo guidato da quella potenza opaca che è la Cina di Xi: non manca chi pensa che ormai la civiltà greco-giudaico-cristiana abbia esaurito la sua capacità espansiva. Comunque questo sarebbe un approccio realistico, quello delle favolette alla Stephens sul mondo che c’era una volta, invece, scarta dalla concretezza dei fatti.

 

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