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Forze dell’ordine sotto attacco!

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Una scena mandata al telegiornale lascia esterrefatti, soprattutto perché puzza di ordinaria normalità. C’è un boss di una zona degradata vicino Aprilia, tale Schizzo, che si vanta del suo arsenale e minaccia i carabinieri: “Ho i mitra modificati, vi sparo nelle gambe, vi sparo in testa”. I militari zitti, pazienti. Gentilmente lo portano via, lo fanno processare per direttissima, poche ore e Schizzo tornerà nel suo piccolo regno di fogna. Da cui l’ordinaria normalità allucinante: i carabinieri muti e passivi, vietato reagire in alcun modo: se lo fanno, sono fascisti. Se gli mettono le manette, sono aguzzini. Se gli mettono una benda, sono Guantanamo. Se gli impongono silenzio, sono sbirraglia. Se lo zittiscono, vanno puniti. Non sono più forze dell’ordine, sono debolezze del disordine organizzato.

Ogni volta che una divisa reagisce, le si scatenano addosso i fantasmi di Genova, di Stefano Cucchi, vicende atroci, da tenere a mente perché mai più si ripetano, ma che non possono diventare alibi e pretesto in eterno. Invece è quello che succede, nel tripudio di una parte di opinione pubblica farabutta, nostalgica degli anni piombati; gli stessi che difendono, in quel solito modo capzioso, il sussidio per i terroristi. Poi, quando due ragazzini strafatti ne ammazzano uno a coltellate o se un malavitoso latinoamericano ne accoppa due in pieno commissariato, ci si trastulla discettando sulla mancanza di attitudine, di preparazione, non senza l’oscena esultanza di considera la morte di una divisa un progresso sociale.

Ma provateci voi a fare gli sbirri in un paese dove, se arrestano il boss Schizzo, subito si precipita lo Scalfarotto di turno a tenergli compagnia. Provateci voi a rischiare la pelle dove le professoresse progressiste restano umane insultando un carabiniere abbattuto (e la fanno franca, si capisce). Provateci voi a reggere le cariche di extracomunistari imbestialiti, di centri sociali furiosi, di guappi e mascalzoni pronti a spararti in faccia sapendo che non reagirai. Provateci voi a fare da bersaglio mobile o fisso senza reagire. Provateci voi a fare i tutori dell’ordine al cospetto di una politica che vi vuole inerti e disarmati. Provateci voi a difendere la collettività quando non vi è neppure consentito difendere voi stessi.

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