Cronaca

Giovanna Pedretti è morta. Ora basta con la storia della recensione

Continua il dibattito sui giornali a proposito della veridicità del commento online. Ma a cosa serve?

giovanna pedretti recensione

La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti sulla morte di Giovanna Pedretti, la cinquantanovenne che si è tolta la vita nella notte fra sabato e domenica a Sant’Angelo Lodigiano. Come tutti sappiamo, la donna è passata in pochi giorni dalla gloria alla gogna mediatica sui social per aver risposto a una recensione della sua pizzeria di un cliente, rimasto anonimo, che si lamentava della presenza di gay e disabili nel locale. Nel mirino del web sono finiti Selvaggia Lucarelli e il fidanzatino Lorenzo Biagiarelli, che presi dall’ossessione del debunking hanno fatto le pulci alla donna sino a contattarla telefonicamente.

Gli inquirenti, guidati dal procuratore Maurizio Romanelli, hanno già chiesto a Google accertamenti sulla veridicità del commento e sono attesi aggiornamenti in tal senso a stretto giro di posta. Ricordiamo che le autorità avevano convocato Giovanna Pedretti in caserma come persona informata sui fatti per individuare il presunto cliente razzista. Ma c’è un aspetto che chiama in causa il sistema mediatico e che fa parecchio riflettere: nonostante la morte della ristoratrice, qualche giornale continua a rompere le scatole su quella recensione che la Lucarelli e il compagno sostengono fosse stata inventata. Ma a cosa serve? Risposta semplice: a nulla.

Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato i verbali del confronto tra Giovanna Pedretti e i carabinieri su quella recensione, ma senza un valido motivo. La pubblicazione non aggiunge niente a questa vicenda già dolorosa per la famiglia della donna e sembra quasi un accanimento per continuare a tenere vivo l’argomento. Le autorità faranno chiarezza sull’accaduto, ma i giornali e i media in generale dovrebbero limitarsi a rispettare la morte della cinquantanovenne. Non è un’operazione complicata, anzi è la più semplice che possa esserci.

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Tornano al fronte delle indagini – l’unico di cui si dovrebbe parlare – l’avvocato Simona Callegari, che assiste la famiglia di Giovanni Pedretti, ha spiegato: “Aspettiamo l’evoluzione delle indagini per capire cos’è accaduto, noi non sappiamo cos’è successo”. “Al momento non possiamo esprimerci”, ha aggiunto: “Per ora non ci siamo fatti domande, lasciamo lavorare gli inquirenti. In base alle risultanze delle indagini faremo le nostre valutazioni”. La legale della famiglia della ristoratrice ha chiesto di lasciare che i cari possano “possa vivere il loro dolore senza essere assediata e possa uscire di casa nell’attesa che venga fatta chiarezza. La situazione è grave e difficile, mettetevi nei panni della figlia, del marito e del padre di 85 anni”.

Massimo Balsamo, 17 gennaio 2024

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