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Giovannini abbatte il ponte sullo Stretto - Seconda parte

C’è da augurarselo, ma è lecito avere qualche dubbio. Mentre è necessario che le scelte pubbliche di sistema siano confrontate con le comunità locali e con i cittadini, resta un po’ curioso credere che i piani delle Grandi opere – per fare un esempio di competenza del Mims (Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili) – possano essere stilati dopo un dibattito pubblico. È una versione della concertazione che rischia di bloccare, non di promuovere la realizzazione delle grandi infrastrutture di cui il Paese ha un grande bisogno.

Il niet al Ponte

Un segnale del freno tirato lo si è visto anche con la diffidenza con cui Giovannini ha parlato del progetto del Ponte sullo Stretto. Idea rilanciata con forza dal premier Draghi, che in aprile dichiarava: “Sul ponte sullo Stretto non posso dire altro che c’è una relazione pronta ormai che sarà inviata dal ministro per le Infrastrutture al Parlamento nei prossimi giorni”. In una recente intervista il tecnico-politico (forse questa volta esplicitamente nella sua veste politica) Giovannini ha voluto raffreddare le aspettative: “In attesa dello studio di fattibilità e di future decisioni, tra cui anche l’opzione zero, cioè quella di non farlo, abbiamo deciso di migliorare subito l’attraversamento dinamico dello Stretto con investimenti immediatamente disponibili”. Insomma, con buona pace di Draghi, in tutt’altre faccende affaccendato, Giovannini si prepara a disinnescare il progetto.

Da vedere la reazione del premier. Potrebbe essere simile a quella sull’Anas. A fronte della proposta di Giovannini (e di Franco), Draghi ha preferito rimandare tutto. Come dire: “Ci penso io”. E Giovannini è tornato a parlare di sostenibilità. Alla ripresa delle scuole ha esibito una ricerca che “prevede una riduzione del 20% dell’uso dei mezzi pubblici da parte di lavoratori e studenti. Questo dipende anche dal fatto che, soprattutto tra i più giovani, monopattini, sharing e biciclette elettriche sono ritenuti utili e più sicure alternative ai mezzi pubblici”. Certo, finché c’è il sole. Con le prime piogge vedremo. Non è una previsione rassicurante, e nemmeno molto sostenibile.

Antonio Mastrapasqua, 14 settembre 2021

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