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Green pass, la rivolta di Garavaglia (Lega): “Chiedo i danni a Speranza”

Malcontento della Lega per le decisioni del governo sul Green pass: la dura reazione il ministro del Turismo

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di Salvatore Di Bartolo

Nonostante il voto unanime si registra un fragoroso malcontento della Lega per quanto concerne le decisioni assunte dal governo sul Green pass. Il Consiglio dei Ministri a margine del quale si è votato su riaperture e stato d’emergenza è stato infatti sospeso dopo un’ora, e ripreso solo quindici minuti più tardi, in seguito alle veementi proteste dei ministri leghisti che avrebbero voluto eliminare definitivamente il Green pass per la ristorazione al chiuso.

Secondo quanto si apprende da fonti presenti al CdM, ad avanzare la richiesta per il Carroccio è stato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Il ministro Garavaglia, in particolare, ha posto sotto la lente d’ingrandimento diverse incoerenze, su tutte la previsione del green pass al ristorante e non in albergo, chiedendo altresì di eliminare subito la certificazione verde per i ristoranti anche al chiuso. Richiesta tuttavia puntualmente rigettata, con il Dl Riaperture che alla fine è stato approvato così come previsto dalla bozza anticipata in giornata.

Per quanto concerne il settore della ristorazione, la bozza in questione prevede che: “dall’1 al 30 aprile 2022, sull’intero territorio nazionale, sarà consentito esclusivamente ai soggetti in possesso della certificazioni verde Covid-19 da vaccinazione o guarigione (il cosiddetto green pass rafforzato) l’accesso ai servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo, al chiuso, da qualsiasi esercizio, ad eccezione dei servizi di ristorazione all’interno di alberghi e di altre strutture ricettive riservati esclusivamente ai clienti ivi alloggiati”.

Amara la reazione di Massimo Garavaglia, che dichiara: “Scriverò a Roberto Speranza e gli chiederò ufficialmente di coprire, con il budget del suo ministero, gli emendamenti al decreto destinati agli indennizzi per le categorie dei ristoratori danneggiati”. Il ministro leghista del Turismo afferma poi: “Si tratta di almeno 500 milioni di euro di danni. Le regole costano, se hanno poco senso, costano ancora di più. Io stasera sono a Parigi, la gente è senza mascherina, si cena senza obblighi nei ristoranti. Logicamente i turisti scelgono in base a questo e non prenotano in Italia“.

L’Italia sarà dunque l’unico Paese al mondo che durante le festività pasquali richiederà ancora Green Pass, e persino Super Green Pass, per i locali della ristorazione al chiuso. Un enorme danno tanto per il mancato arrivo di viaggiatori stranieri, che ovviamente preferiranno altre mete senza restrizioni, quanto per gli italiani stessi, che a queste condizioni presumibilmente opteranno per località estere per trascorrere le vacanze pasquali.

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