Esteri

Hamas ha conservato in frigo e venduto le teste delle vittime ebree

La testimonianza di un padre: i jihadisti hanno messo all’asta i trofei della mattanza del 7 ottobre

hamas israele

I terroristi di Hamas hanno conservato le teste delle loro vittime nei frigoriferi e le hanno messe in vendita sul dark web per 10 mila dollari.

Sì, avete letto bene, se volete investire 10 mila dollari e avete dimestichezza con il dark web, potete mettere in bacheca una delle teste delle vittime di Hamas, ma non vittime di uno qualsiasi degli attentati che in questi anni Israele ha subito a scadenza fissa, ma la testa di una delle persone massacrate e poi decapitate il 7 ottobre 2023 nei kibbutz, durante il rave party o nella città di Sderot. Hamas quindi, o chi per lui, cerca ora di monetizzare i trofei della mattanza portati dai suoi eroi al ritorno nella Striscia.

La notizia dello scempio sullo scempio, scusate il gioco di parole ma non credo esista un aggettivo per qualificare questo tipo di azioni, si è avuta durante un’intervista rilasciata da David Tahar, padre di Adir Tahar, che ha raccontato al Canale 14 della televisione israeliana che il figlio è stato decapitato e che la sua testa, portata dentro Gaza dai terroristi di Hamas è stata ritrovata, due mesi e mezzo dopo, dalle truppe che operano dentro la Striscia.

Il trofeo ero chiuso in una borsa piena di palline da tennis e tenuta in un frigorifero all’interno di una gelateria. È stato uno dei jihadisti catturati che, durante un interrogatorio, ha raccontato che c’erano trattative in corso per venderla a 10 mila dollari. Durante la diretta televisiva, David Tahar ha raccontato che, contro il parere di tutti, ha voluto vedere il cadavere del figlio nel giorno del funerale. “Gli ufficiali mi avevano detto di non farlo. Quando sono rimasto solo ho deciso di guardarlo, era totalmente irriconoscibile”. A quel punto David Tahar ha iniziato, da solo, a raccogliere informazioni sui canali Telegram di Hamas per poter arrivare a seppellire il ragazzo, 19 anni, intero. Dopo il ritrovamento, il teschio è stato riconosciuto con l’analisi del Dna e dei denti, a tre settimane di distanza dal primo funerale, la cerimonia funebre sul monte Herzl a Gerusalemme è stata ripetuta.

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Il suo racconto è impressionante, ma un padre non si ferma neanche davanti alla morte. David Tahar ha inizialmente raccontato gli ultimi momenti di vita del figlio, o almeno quello che risulta dai rapporti ufficiali. “La sua morte è stata molto, molto difficile. Hanno sparato un razzo contro di lui e 3 granate, secondo l’autopsia che ho ricevuto era pieno di schegge. Sfortunatamente il suo corpo è stato abusato anche dopo la morte. I terroristi, li chiamano barbari ma questo per loro è un complimento, lo hanno decapitato. Per i due mesi successivi alla sua morte a ogni persona che incontravo, chiedevo informazioni. Avrei voluto capire dove fosse. Poi, tre settimane fa è accaduto un miracolo. Lo chiamo miracolo perché non è qualcosa di semplice. Lo Shin Bet (l’Agenzia per la sicurezza israeliana), attraverso un interrogatorio con i terroristi arrestati, ha scoperto che uno di loro aveva cercato di vendere la sua testa. Ha cercato di vendere la testa di un soldato per 10.000 dollari. È semplicemente un terrificante livello di barbarie. Con le esatte coordinate le forze speciali combinate con le brigate corazzate sono entrate a Gaza e nel frigorifero di una gelateria in Piazza Palestina hanno trovato un borsone con dentro palline da tennis e la testa di mio figlio. Con quello che era rimasto è stato fatto il test del DNA e verifiche dentali per assicurarsi che fosse davvero la sua testa. Solo dopo questi controlli abbiamo potuto seppellire ciò che rimaneva in coordinamento con il rabbinato”.

In memoria di Adir Tahar la sua famiglia vuole avviare a Gerusalemme un centro a suo nome per aiutare i giovani a rischio.

Secondo il documentarista Oren Rosenfeld, sarebbero stati individuati altri 17 casi in cui i terroristi hanno guadagnato denaro vendendo trofei della mattanza. Ci sono indagini in corso per certificare la notizia e, nel caso, individuare i compratori per recuperare, magari riacquistandoli, tutti questi reperti per poi restituirli alle famiglie. Si tratta principalmente di cadaveri dei civili massacrati durante, e a questo punto possiamo dire anche dopo, il pogrom del 7 ottobre 2023. A questi vanno aggiunti i corpi mutilati dei soldati uccisi nel giorno dell’invasione a sud di Israele, ci sono diverse immagini di corpi mutilati post mortem, corpi a cui mancavano arti, ragazze senza i seni o ragazzi evirati.

Le forze armate israeliane e i servizi di sicurezza, come nel caso della testa di Adir Tahar, stanno indagando anche per capire dove queste parti umane siano state portate e stoccate. La speranza è quella di recuperare, oltre ai macabri resti, anche un minimo di dignità da seppellire con le povere vittime.

Michael Sfaradi, 19 gennaio 2023

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