Politica

I 3 segreti dietro l’inspiegabile sondaggio su Giuseppe Conte

Giuseppe Conte © Alex Veresovich tramite Canva.com

I sondaggi politici di fine anno davano in lieve crescita il Movimento 5 Stelle, il quale si accaparrerebbe oltre il 16% dei voti in caso di elezioni. Si tratta, a tutta prima, di un fatto abbastanza stupefacente, considerando la lunga sequela di disastri che gli scappati di casa diretti da Giuseppe Conte, alias avvocato del popolo, hanno provocato in un tempo relativamente breve.

Successo e disastri di Giuseppe Conte

Eppure essi sembrano mantenere un appeal ben superiore rispetto ad altri illusionisti della politica che li hanno preceduti e che hanno provocato sicuramente meno danni rispetto al combinato disposto di reddito di cittadinanza, bonus 110% e, dulcis in fundo, di una catastrofica chiusura del Paese, senza eguali in Occidente, durante la pandemia del coronavirus. Sebbene, al pari di altri, i grillini abbiano creato enormi aspettative presso l’ampia platea che nel 2018 li ha proiettati nella stanza dei bottoni, ovvero un terzo dei votanti, l’enorme e conseguente disillusione non li ha affatto azzerati, come sarebbe stato ragionevole ritenere.

Il segreto dei sondaggi

In questo apparente mistero di relativa longevità politica, soprattutto per una formazione priva di radicamento storico e culturale, stanno giocando a mio avviso tre fattori.

  1. In primis, l’aver messo in campo, per poi continuare a difenderlo sulle barricate, il reddito di cittadinanza – di fatto un colossale voto di scambio legalizzato – ha garantito al M5S una sorta di serbatoio elettorale di riserva, se così lo vogliamo definire, accreditandolo nelle regioni con un forte tasso di assistenzialismo come il partito politico di riferimento.
  2. In secondo luogo, l’imbarazzante inconsistenza del nuovo corso del Partito democratico impresso dalla sempre più confusa Elly Schlein, la quale par voler incarnare l’ossimoro di un riformismo in salsa radicale, sta in qualche modo favorendo la proposta politica dei grillini. Proposta politica ancora più confusa e inconsistente di quella espressa dall’attuale Pd, ma portata avanti dai grillini con la stessa sfrontatezza e sicumera dei giorni migliori. Il che, rispetto alle titubanze di Schlein & company, per molti elettori di sinistra rappresenta un elemento di maggiore concretezza. Beati loro.
  3. Terzo e non meno importante, vi è il fattore legato al sempre elevato tasso di analfabetismo funzionale presente in Italia e che ci vede ai primi posti nel mondo. Analfabetismo funzionale che si coniuga con un livello di informazione e consapevolezza riguardo ai temi più rilevanti in cui interviene la sfera politica a dir poco preoccupante.

Tant’è che, come più volte mi ricordava il compianto Giulio Savelli, mentre in altri sistemi socialmente ed economicamente avanzati sembra esserci una maggioranza di cittadini abbastanza sensibile alle questioni del bilancio pubblico, da noi qualunque richiesta di nuove spese e di nuovi interventi della mano pubblica, in questo o quel settore, sembrano lasciare pressoché indifferente buona parte della popolazione. E se altrove, sempre nel caso di un ulteriore esborso pubblico, in molti si chiedono “chi pagherà il conto”, in Italia sembra prevalere l’idea balzana che a saldare i debiti sarà qualcun altro lontano da noi.

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D’altro canto, da decenni questa sorta di analfabetismo funzionale di natura politica, economica e finanziaria viene alimentato da buona parte dell’informazione secondo la quale, malgrado un debito pubblico colossale, in Italia avremmo pensioni da fame, personale pubblico in ogni settore in carenza di organico o sottopagato e taglieremmo con l’accetta capitoli di spesa fondamentali come quello legato alla sanità (quando in realtà i tagli sono stati spesso realizzati su previsioni di aumenti di spesa enormemente gonfiati). Tutto ciò non può che ingenerare nella testa delle persone più sprovvedute l’idea di un Paese dalle risorse quasi illimitate ma gestito da una personale politico incapace e/o disonesto. In estrema sintesi, gli ingredienti di base che ancora oggi formano il brodo di coltura in cui navigano a vista Conte e i grillini, divenuti degli ottimi professionisti nel raccontare la favola eterna della botte piena con la moglie ubriaca.

Claudio Romiti, 3 gennaio 2024

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