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Il Bisconte, un governo nato per tassare - Seconda parte

Bisognerebbe cambiare totalmente la musica e passare dal barbiere di Volturara Appula, che sa usare solo la tovaglia mettendola al collo di chiunque pur di stare nel salone di Palazzo Chigi, a un vero tosatore capace di fare pelo e contropelo sia alla macchina statale sia ai contribuenti. Un tale barbiere dovrebbe stare a destra ma, purtroppo, a destra le cose non vanno meglio che a sinistra. La strada del calo delle tasse dovrebbe essere concepita e realizzata in modo serio.

Vale a dire: tagliare insieme sia le spese sia le tasse. Il fabbisogno statale deve essere minore e la pressione fiscale deve scendere per consentire all’economia e alla società di respirare. In fondo, è quanto ci ha sempre chiesto l’Europa ma che non è stato mai fatto. A destra c’è bisogno di capire che il vero problema non è uscire né dall’euro né dall’Europa ma restarci in modo più “leggero” togliendo dalle spalle degli italiani un peso ormai non più sostenibile ossia Stato e fisco. La destra dovrebbe farla finita una volta per tutte con quel regionalismo che è l’origine, di volta in volta, ora della secessione, ora del sovranismo (nazionalismo da burletta). Il modo per farlo è uno solo: via le Regioni che sono solo un duplicato statale e un centro di spesa.

Ma un tale barbiere, anzi, una tale barberia – perché non serve solo un leader, ma un’intera classe dirigente – capace di fare barba e capelli all’Italia e agli italiani non esiste e si va solo avanti, cioè indietro, con le solite tovaglie da barbiere usate, voltate e rivoltate.

Giancristiano Desiderio, 1 ottobre 2019

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