Il Bisconte, un governo nato per tassare

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La sinistra all’opposizione è un problema perché non fa altro che gridare “al lupo, al lupo”, ma la sinistra al governo è un doppio problema perché non sa fare altro che tassare, ritassare, tartassare e diventare il lupo. Se le tasse servissero per un serio rilancio dell’economia, allora, il sacrificio fatto sarebbe utile; purtroppo, il nuovo giro di vite del fisco è soltanto l’ennesimo equilibrismo di bilancio che dura meno di un anno perché con l’arrivo della primavera ci sarà la solita manovrina correttiva e con la fine dell’estate inizierà un nuovo giro di giostra con imposte, tasse, balzelli e con famiglie e aziende che dovranno star dietro alla fervida fantasia ministeriale che gioca con aliquote, detrazioni, conguagli e le vite degli altri. Come se ne esce? Non se ne esce. O si muore o si scappa, tertium non datur (la famosa busta numero 3 di Mike non c’è).

Il problema italiano è noto, ormai, anche alle pietre: lo Stato italiano incassa meno di quel che spende. I soldi non sono sufficienti per pagare tutte le spese. In questi casi le strade sono due (anche qui non c’è la busta numero 3): o le tasse o i tagli. Finora è stata praticata sempre la prima via, mentre la seconda è stata annunciata, studiata, teorizzata con la famosissima spending review ma non è stata mai percorsa. Perché, dunque, non cambiare finalmente strada e invece di tassare iniziare finalmente a tagliare? Semplice: perché quando la sinistra governa (si fa per dire) le tasse non solo diventano buone e giuste ma addirittura etiche e, soprattutto, ricomincia la solita solfa della caccia gli evasori. Il Conte 2, con quella faccia da figaro qua e figaro là che si ritrova, ha pronunciato anche lui la fatidica frase: “Pagare tutti per pagare meno”. Ma, come sanno i tartassati, si tratta di una politica sommamente ipocrita perché alla fine invece di pagare tutti pagheranno sempre gli stessi ossia quel ceto borghese piccolo e medio che già risulta nel sistema dell’agenzie delle entrate e che sarà passato nuovamente al setaccio e strizzato come si fa con gli stracci da cucina.

Il governo Conte 2 è per sua natura tassatore. Se si aggiunge che è un governo che non gode di una grande popolarità si capisce che non è in grado di far nulla se non gestire l’ordinario per continuare a tener su una macchina statale che con il suo peso eccessivo schiaccia l’economia e la società. La maggioranza che sostiene il Conte 2 ha raccolto tutte le forze iper-stataliste che credono e fanno credere che lo Stato e solo lo Stato sia in grado di risollevare il Paese. Ma come può lo Stato essere la cura se proprio lo Stato è la malattia?

Bisognerebbe cambiare totalmente la musica e passare dal barbiere di Volturara Appula, che sa usare solo la tovaglia mettendola al collo di chiunque pur di stare nel salone di Palazzo Chigi, a un vero tosatore capace di fare pelo e contropelo sia alla macchina statale sia ai contribuenti. Un tale barbiere dovrebbe stare a destra ma, purtroppo, a destra le cose non vanno meglio che a sinistra. La strada del calo delle tasse dovrebbe essere concepita e realizzata in modo serio.

Vale a dire: tagliare insieme sia le spese sia le tasse. Il fabbisogno statale deve essere minore e la pressione fiscale deve scendere per consentire all’economia e alla società di respirare. In fondo, è quanto ci ha sempre chiesto l’Europa ma che non è stato mai fatto. A destra c’è bisogno di capire che il vero problema non è uscire né dall’euro né dall’Europa ma restarci in modo più “leggero” togliendo dalle spalle degli italiani un peso ormai non più sostenibile ossia Stato e fisco. La destra dovrebbe farla finita una volta per tutte con quel regionalismo che è l’origine, di volta in volta, ora della secessione, ora del sovranismo (nazionalismo da burletta). Il modo per farlo è uno solo: via le Regioni che sono solo un duplicato statale e un centro di spesa.

Ma un tale barbiere, anzi, una tale barberia – perché non serve solo un leader, ma un’intera classe dirigente – capace di fare barba e capelli all’Italia e agli italiani non esiste e si va solo avanti, cioè indietro, con le solite tovaglie da barbiere usate, voltate e rivoltate.

Giancristiano Desiderio, 1 ottobre 2019

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