Cronaca

Il clochard proprietario che i compagni vorrebbero punire

Un imprenditore milanese beffato dal socio finisce a vivere senza tetto per colpa della casa occupata

Il Corriere della sera ha raccontato la storia di un imprenditore milanese divenuto clochard dopo essere stato derubato dal suo socio in affari. Al giornale ha raccontato che la sua vita è deragliata dopo aver aperto un ristorante perché il socio, “un amico di vecchia data, nel 2022 è scappato con la cassa: 400mila euro. Avevo investito tutto in quel locale. Ero appena tornato dalla Thailandia, anche lì ristoratore, e avevo acquistato una casa a Monza con il mutuo. Dopo l’imprevisto professionale e le prime rate non pagate, la banca s’è presa l’abitazione. Mio fratello mi ha ospitato per qualche mese, poi ho deciso di uscire, mi sentivo ingombrante…”.

Fin qui il dramma. Ma poi viene la beffa. “Eppure una casa dove andare ce l’avrei…”, dice l’ex imprenditore. “In via Padova, c’è un immobile che apparteneva a mia nonna. Oggi è occupato abusivamente da una famiglia di stranieri che non se ne vuole andare. Sembra che la fortuna mi abbia voltato le spalle, ma io non voglio arrendermi, posso rialzarmi, magari a partire da un letto vero”.

Chiaro il concetto? Quest’uomo, tradito dal socio che credeva amico, rimasto letteralmente senza soldi, è costretto a vivere in strada perché uno Stato che è più traditore del suo amico consente a qualcuno che non ne ha alcun diritto di vivere nella casa di cui è proprietario.

Secondo i numerosi comunisti – dichiarati o velati – che popolano il web, la società e il Parlamento (chi ha tempo, ascolti o legga i resoconti dei dibattiti alla Camera e in Senato sul decreto “Salva Casa”), ci troviamo di fronte al titolare di una “rendita immobiliare”, ricco per definizione e da punire più degli altri perché la casa l’ha ereditata dalla nonna. Ecco, andate sotto i portici di via Muzio Scevola a Milano e diteglielo in faccia, se ne avete il coraggio.

Giorgio Spaziani Testa, 26 luglio 2024

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