Politica

Il consigliere smaschera l’ambiguità del Pd su Israele: la Schlein si svegli

Milano, l’addio del consigliere comunale Daniele Nahum: “Parlare di genocidio a Gaza è sbagliato”

schlein israele © natanaelginting tramite Canva.com

“Una celebre frase di Marco Pannella diceva che ‘il personale è politico’. Per questo, annuncio oggi in quest’aula, che la mia esperienza all’interno del Partito Democratico è conclusa. Lo dichiaro senza alcun risentimento, anzi con gratitudine verso questa comunità politica che ha accompagnato la mia vita per 10 anni”. Con queste parole Daniele Nahum, consigliere comunale a Milano e membro attivo della comunità ebraica, ha salutato il Pd targato Elly Schlein. Nessuna discussione sulle poltrone, nessuna diatriba sulle candidature: la rottura è legata indissolubilmente all’ambiguità dei dem sul dossier Israele, una costante dal 7 ottobre scorso. L’ennesima testimonianza dell’equivocità di un partito diviso su tutto, soprattutto sui dossier più importanti. La condanna di Hamas non è mai venuta meno, ma in più di un’occasione abbiamo assistito a un doppiopesismo peloso, lo stesso che abbiamo osserviamo e continuiamo ad osservare sull’Ucraina ma con meno forza.

Ripercorriamo la vicenda. Nahum ha spiegato nel corso del consiglio comunale di ieri le motivazioni del suo addio al Pd, citando senza troppi giri di parole la postura del Nazareno la postura del partito nei confronti della guerra a Gaza e dell’uso della parola genocidio. “Non è in discussione il mio appoggio totale a questa Giunta e al nostro Sindaco Beppe Sala che considero la personalità politica più forte del centrosinistra milanese” ma “ritengo esaurite le ragioni che mi portarono ad iscrivermi, alla fine del 2013, al Partito Democratico. A quei tempi, aderii perchè intravedevo l’inizio di una linea marcatamente riformista di un Partito che sapeva stare nella contemporaneità con l’ambizione anche di rappresentare mondi con cui la sinistra italiana aveva poco dialogato. Penso alle P.Iva e alle piccole imprese. Mondi che oggi praticamente abbiamo delegato completamente al centrodestra”. Fino ad arrivare alle ambiguità sulla politica estera.

“Si è sdoganata, soprattutto all’interno della giovanile del Partito Democratico, la parola genocidio in riferimento alla gravissima crisi umanitaria che sta vivendo la popolazione civile all’interno della Striscia di Gaza, iniziato dopo il Pogrom di ebrei compiuto da Hamas il 7 ottobre. E’ un termine pericoloso, falso e inadeguato utilizzato in quel contesto, il j’accuse di Nahum. Il consigliere comunale ha posto l’accento sull’ondata di antisemitismo – mascherata da antisionismo – mai vissuta in 41 anni di vita: “In chi lo utilizza c’è una voglia conscia e inconscia di fare passare le vittime di ieri nei carnefici di oggi, di comparare gli ebrei ai nazisti”.

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Un macigno non di poco conto per la sinistra milanese e più in generale per il mondo Pd, da mesi al centro del dibattito per la sua linea tutt’altro che coerente sul dossier. Nel corso degli ultimi mesi sono stati registrati attacchi osceni contro la comunità ebraica, proprio a partire da Milano, senza dimenticare i vergognosi atti antisemiti durante le manifestazioni pro-Palestina. C’è persino chi, nell’estrema sinistra, è arrivato a giustificare Hamas per i barbari delitti commessi il 7 ottobre, tra uccisioni di massa, stupri e torture. La decisione di Nahum è un atto di coraggio, ma è ora che il Pd prenda una posizione forte sul tema, senza le solite supercazzole della Schlein: essere leader di un partito significa anche evitare addii come quello di Nahum, una sconfitta per tutta la comunità dem ma anche per il buonsenso, a prescindere dai colori politici.

Massimo Balsamo, 12 marzo 2024

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