Esteri

Il mondo secondo Putin

Oltre quattro ore per rispondere a quasi ottanta domande, il presidente russo senza filtri nella consueta conferenza stampa di fine anno

Denazificazione, smilitarizzazione e status neutrale dell’Ucraina: la pace ci sarà quando saranno raggiunti questi obiettivi. Questo solo uno dei numerosi passaggi della consueto conferenza stampa di fine anno di Vladimir Putin: oltre quattro ore per rispondere a quasi ottanta domande. Senza filtri e dritto al punto, il leader del Cremlino è tornato a celebrare la sicurezza sulla tenuta della Russia sia in campo economico, sia nel conflitto con Kiev. Da questo punto di vista, non ci sarà bisogno di una nuova mobilitazione anche grazie e al gran numero di volontari che si arruolano sotto contratto, 486mila nell’ultimo anno.

“Se gli ucraini non vogliono raggiungere un accordo, beh, allora saremo costretti a prendere altre misure, comprese quelle militari: o raggiungiamo un’intesa o risolviamo la questione con la forza”, ha rimarcato Putin, che nel corso del suo intervento si è soffermato anche sul supporto occidentale a Kiev. “L’Ucraina oggi non produce quasi nulla in termini di armi e tutto arriva dall’Occidente, ma questi omaggi un giorno potrebbero finire e, a quanto pare, stanno finendo”, ha aggiunto, senza lesinare una stoccata al nemico numero uno Zelensky, a suo avviso costretto a “mendicare” aiuti in giro per il mondo.

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Oltre ad aver elogiato i successi in economia di Mosca, Putin s’è soffermato sulle relazioni internazionali e ha affermato che non è stata la Russia ad aver rovinato i rapporti con l’Unione europea. Il dito è puntato contro Bruxelles: “Loro hanno provato a metterci in secondo piano”. Tornando al 2014, il numero uno del Cremlino ha ricordato la sua versione per cui nel 2014 a Kiev c’è stato un “colpo di Stato in cui gli americani hanno affermato di aver speso cinque miliardi di dollari”. “La tendenza ad avvicinarsi ai nostri confini, sono le ragioni di questa tragedia”, ha aggiunto: “L’Europa sta zitta di fronte a questo, noi siamo favorevole a relazioni con l’Europa ma loro non fanno nulla e stanno zitti di fronte agli Stati Uniti”.

Molto soft, invece, la sua posizione su Washington. “Gli Stati Uniti sono un Paese importante e necessario”, le parole di Putin, che ha confermato come la Russia sia pronta a costruire e ristabilire relazioni con gli States, precisando “non ci sono ancora le condizioni fondamentali per ripristinare le relazioni tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti” che “devono prima cominciare a rispettare gli altri”. A proposito di Washington, sono emersi “difficili” negoziati per uno scambio di prigionieri che vedono coinvolti il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, e l’ex marine Paul Whelan, in prigione in Russia con l’accusa di spionaggio: “Gli accordi con gli Stati Uniti devono essere accettabili da entrambe le parti, noi speriamo che questioni si risolva”.

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