Cronaca

Il nigeriano assassino andava fermato prima

Iris Setti uccisa da uno straniero di 37 anni a Rovereto. Era noto alle forze dell’ordine. Tanti gli episodi di violenza

Una signora di 60 anni a Rovereto è stata uccisa da uno sbandato nigeriano che prima ha cercato di violentarla e poi l’ha ammazzata. Si tratta sicuramente di una brutta storia di cronaca nera. Libero punta il dito contro le politiche di accoglienza titolando, per l’appunto, “Italiana uccisa dall’accoglienza”. Il titolo è fattuale perché questo nigeriano non è esattamente un nigeriano che, per caso, ha ammazzato una signora. È un signore che era già noto: tutti sapevano che molestava le persone in giro e cercava di aggredire i passanti.

L’errore nelle politiche di accoglienza

Come è possibile che una persona debba morire prima che venga fatto qualcosa? Il punto fondamentale non sono le politiche di accoglienza, ma la totale deficienza del nostro sistema di controllo sociale nel poter sorvegliare un signore che aveva già fatto decine di crimini in quella piccola zona di Rovereto.

La falla del sistema di controllo sociale

Sul Giornale trovate in prima pagina le foto delle varie molestie del signore ai danni dei cittadini. I servizi giornalistici non sono sicuramente sufficienti per arrestare le persone, anche perché grazie al cielo la violenza è monopolio dello Stato, però se si fa finta di niente il più sfigato, il più debole, il più fragile viene ammazzato. Pensate un attimo se fosse stata una vostra parente: vostra zia o vostra sorella uccisa da uno che era noto per essere fuori di testa. Un po’ incazzati si potrebbe essere, no? Non ci sono dubbi sulla sentenza, non ci sono mandati esterni, ma c’è soltanto questa gigantesca bolla di retorica per cui noi accogliamo tutti quanti e poi li teniamo in strada. Tanto chi se ne frega? Non è una roba così complicata capire che, tra i tanti che vengono in questo paese, ce ne sono alcuni magari squilibrati o che diventano criminali.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 7 agosto 2023

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