A quanto pare, come riporta un articolo piuttosto delirante pubblicato da La Stampa, sembra che non ci sia verso di liberarci dei demenziali protocolli anti-Covid. Sembra, infatti, che a Robilante, ameno Comune della splendida provincia di Cuneo, la presenza di alcuni casi di positività al Covid fra gli ospiti della locale struttura di degenza hanno indotto le autorità sanitarie a vietare per alcuni giorni le visite nel luogo di cura a scopo precauzionale.
In particolare, un comunicato della Usl 1 di Cuneo precisa: “La chiusura viene mantenuta lo stretto necessario per consentire di riorganizzare alcuni spazi di degenza, in modo da poter riprendere l’attività al più presto, nella situazione ottimale, come da protocollo”. Ovviamente, come da protocollo mentale dei giornalisti ancora in fissa per un virus endemico al pari di centinaia di altri con i quali conviviamo da millenni, l’articolista non ci ha pensato due volte a rincarare la dose, per così dire: “Spesso sono i tamponi fatti per precauzione nei luoghi di degenza a far emergere le positività – sostiene l’articolista, che evidentemente appartiene al club Speranza i cui membri si battono ancora oggi per l’estinzione del Sars-Cov-2. Perché – aggiunge l’ignoto genio – al Coronavirus forse ci si è abituati (anche per via della sua minore aggressività e della maggioranza di episodi asintomatici e con sintomi ridotti), tuttavia il Covid-19 non è scomparso. E continua a generare contagi, ad esempio nelle case di riposo, che sono per definizione comunità di persone più fragili.”
Di conseguenza, come da una prassi acquisita sin dagli albori di un vaccino sperimentale di massa dai molti effetti collaterali, non poteva che seguire l’amorevole consiglio a farsi inoculare il discusso elisir di lunga vita: “Il vaccino, dunque, rimane consigliato, soprattutto se si è in età avanzata, in condizioni di salute particolari oppure a stretto contatto con soggetti dalla situazione delicata o compromessa. E, per agevolare quanti desiderano riceverlo, l’Asl Cn1 organizza una nuova giornata «Oper day», dedicata alle vaccinazione anti Covid 19, in due sedi aziendali sul territorio.”
A questo punto, anche in considerazione del fatto che in questo disgraziato Paese ciò che viene imposto provvisoriamente attraverso una delle tante, infestanti propaggini burocratiche non c’è poi verso di poterlo eliminare, ci poniamo la fatale domanda: dovremmo convivere con i demenziali protocolli anti-Covid da qui all’eternità, oppure i nostri illuminati dirigenti della sanità pubblica, con in testa l’attuale ministro della Salute Orazio Schillaci, decideranno di prendere il toro per le corna e decretare la totale abolizione dei medesimi protocolli?
In tal senso, la recentissima istituzione da parte del ministero della Salute di una task-force per il controllo di tutte le malattie infettive, presenti e future, non sembra proprio andare in questa direzione. D’altro canto, come si suol dire, la Speranza è sempre l’ultima a morire.
Claudio Romiti, 12 dicembre 2024
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