Sulla meritoria decisione del governo di sospendere la multa di 100 euro ai cittadini che si rifiutarono di farsi iniettare il vaccino contro il Covid, spregiativamente definiti no-vax, scendono fragorosamente in campo gli indignati speciali di sinistra, con in testa l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, artefice di una delle più orrende pagine della storia repubblicana.
Intervistato da Repubblica, all’epoca uno dei accaniti membri del giornale unico del virus, l’uomo delle chiusure liberticide così si esprime: “Un regalo ai No Vax (interessante la dicitura in maiuscolo, come per esaltarne la “nefandezza sociale”) di quanto? Almeno 100 milioni.” E già, cento milioni di euro che rappresentano l’ennesima vergogna di una lunga fase di abomini democratici basati sulla falsa convinzione di poter bloccare la circolazione di un virus da tempo endemico attraverso la somministrazione di un vaccino sperimentale che non bloccava in alcun molto il contagio.
E tutto questo per un virus che per la stragrande maggioranza dei soggetti che lo incontravano non rappresentava alcun problema, sebbene lo stesso Speranza ancora oggi continua a raccontarci la favola di un vaccino salva vita per tutti. Tant’è che in tale senso dichiara: “Quando noi abbiamo scelto di intraprendere la campagna vaccinale e l’obbligo del vaccino per il personale sanitario, i fragili, le persone a rischio, gli over 50, alcune altre categorie, mentre infuriava la pandemia, lo abbiamo fatto per salvare la vita delle persone. Sono state misure salvavita. L’Istituto superiore di sanità, non io, ha stimato che, in un solo anno durante la pandemia di Covid, 150mila persone in Italia hanno avuto salva la vita grazie all’innalzamento del tasso vaccinale”.
Inoltre, l’evanescente politico lucano, dopo aver rincarato la dose contro la destra di governo, rea a suo dire di togliere i citati 100 milioni dal Bilancio “nel momento in cui sono indispensabili maggiori risorse per la sanità pubblica.” A tale proposito, vorrei ricordare a chi ancora oggi dà credito alle tesi catastrofiste di questa gente che nella gestione di una pandemia a bassa letalità – stimata dall’illustre virologo Giorgio Palù appena superiore a quella dell’influenza stagionale anche nella fase più cattiva – che in quel periodo di terrore virale diffuso a mezzo stampa sono stati letteralmente gettati nello sciacquone molti miliardi, acquistando una montagna di costosissimi vaccini, in gran parte finiti al macero, oltre a tutta una serie di spese demenziali per bloccare inutilmente un virus che se ne è altamente infischiato dei lockdown, dei coprifuoco, delle mascherine, dei tamponi e chi più ne ha più ne metta.
Si è trattato di un colossale danno erariale a cui si è poi aggiunto, per soprammercato, un danno assai più rilevante e di cui il Paese porta ancora le cicatrici: il blocco dell’economia che ha fatto letteralmente esplodere il nostro già elevato debito pubblico. Pertanto, questo emulo moderno del Savonarola, che insieme a Conte è riuscito a bloccare a lungo la vita economica e sociale del Paese, raccontando l’obiettivo favolistico di ottenere zero morti e zero contagi, dovrebbe andarsi letteralmente a nascondere, insieme a tutti quei numerosi compagnucci della parrocchietta che si continuano a riempire la bocca di slogan che inneggiano alla libertà e all’antifascismo, quando per oltre due anni il fascismo sanitario ce lo hanno imposto loro.
Claudio Romiti, 11 dicembre 2024
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