Cronaca

Protesta o pretesto?

La lagna dei ribelli in tenda: “Il treno? Poi siamo stanchi per uscire a bere”

Chi sono gli studenti accampati a Milano davanti all’Università. Vince il fattore comodità

Studenti in tenda a Milano di fronte al Politecnico contro il caro affitti

Mercoledì 10 maggio. Piazza Leonardo Da Vinci, davanti al Politecnico di Milano. Alcuni studenti dormono ancora in tenda per manifestare contro il caro affitti. La notte scorsa ha piovuto, e forte, così molti di loro hanno deciso di abbandonare la lotta. Perché protestare è bello, ma farlo da asciutti è molto meglio. Sotto tiranti e picchetti resta Francesca, leccese, l’unica “straniera” in un gruppetto di lombardi. I “ribelli” non arrivano dal Sud, dal Centro o dalla lontana Sardegna. Abitano a Lecco, Somma Lombarda, Rho, Alzano, Pavia, Lodi. Insomma: sono di casa, solo che trovano scomodo fare avanti e indietro da casetta fino all’università.

Il fattore comodità

Delle 12 tende che c’erano fino a qualche giorno fa ne sono rimaste solo sei. La prima a parlare con noi è Francesca che frequenta il secondo anno di Ingegneria Ambientale: “Mi sono trasferita a Milano perché a Lecce, la mia città, non c’era l’indirizzo che mi interessava. E poi qui ho anche dei parenti”. Da quello che questi ragazzi ci raccontano sembra che il fattore comodità sia il traguardo da raggiungere. Doversi svegliarsi troppo presto al mattino, dover studiare in treno e non poter
uscire la sera: sono i punti cruciali del dibattito. Pedro abita in provincia di Lecco e proprio non riesce a digerire il viaggio: “Impiego circa un’ora e mezza o due ore per arrivare a Milano, i treni sono sempre affollatissimi e almeno due giorni al mese viene indetto uno sciopero. Il costo per l’abbonamento è di 150 euro al mese”. Inutile fargli notare che anche chi vive a Milano, magari in zona sud-est, e lavora nel quartiere San Siro, ci mette almeno un’ora e un quarto spostandosi con i mezzi e facendo i conti con i ritardi e il traffico.

Per approfondire

Treno o metro? Poi troppo stanchi per andare a bere

Storia simile quella di Luca, che raggiunge il capoluogo lombardo da Pavia: “Arrivo con la macchina in piazza Abbiategrasso e lascio l’auto nel grande parcheggio. Poi devo prendere la metropolitana per raggiungere l’Università. La benzina, a cui devo sommare l’abbonamento Atm, non costa certo poco. Abitassi a Milano sarebbe già una spesa in meno”. Notate qualcosa di diverso dai tanti pendolari che lavorano in centro? No, ma poco importa ai ribelli delle tende. Francesca è convinta che partire da Rho per raggiungere la città renda la vita difficile: “Ci sono studenti che ci mettono anche un’ora e mezza per arrivare a causa di frequenti guasti Trenord nella tratta Rho-Certosa”. Che stress. Che disagio. “Dobbiamo studiare sui treni, durante il viaggio di andata e ritorno. In settimana siamo costretti ad alzarci alle 5.30 per poter arrivare in tempo alle lezioni. Quando arriviamo a casa la sera siamo troppo stanchi per uscire con gli amici, anche solo per bere qualcosa in loro compagnia”, confessa amareggiato Stefano. Senza tenere conto che uscire tutte le sere non è certo una priorità e che si può rimandare il divertimento al fine settimana.

Valentina Dardari, 12 maggio 2023

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