Esteri

Il vento è cambiato: così Trump rivoluzionerà gli Usa

Stop a Ius soli e Green deal, i generi sono due, stop all’immigrazione illegale: il tycoon pronto a tracciare un solco

Trump © svetlanafoote e mvp64 tramite Canva.com

Donald Trump ha girato alla mezzogiorno americana come quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti nella Rotonda del Capitol. Una giornata gelida per quello che è stato definito l’inizio della “nuova età dell’oro”. Nel suo discorso durato venti minuti – due in più rispetto al 2017 – il tycoon ha affermato di essere stato “salvato da Dio per rendere l’America di nuovo grande” e ha elencato tutte le priorità del suo secondo mandato, da realizzare in gran parte con il centinaio di ordini esecutivi pronti per la firma nel day one sul resolute desk dello Studio Ovale.

Trump ha tracciato immediatamente una linea netta col passato, affermando che “il declino degli Usa è finito e da oggi comincia una nuova età dell’oro per invertire completamente tutti questi numerosi tradimenti e restituire al popolo la sua fede, la sua democrazia e la sua libertà”. Il tycoon ha messo nel mirino “l’élite estremista corrotta” e non è un caso che metà dei suoi primi provvedimenti siano una spallata all’eredità del suo predecessore Joe Biden.

A testimoniare la volontà di cambiamento di Trump la raffica di cento ordini esecutivi mirati a disegnare la nuova America. Riflettori accesi sul contrasto all’immigrazione: la stratta parte subito e prevede sia l’invio di truppe al confine con il Messico, sia l’abolizione dello ius soli. Previsto anche il cambio di nome al Golfo del Messico in Golfo d’America. Prevista naturalmente la ripresa della costruzione del muro con il Messico.

Un altro passo importante sarà lo stop al folle Green Deal: con Trump si volta pagina. Parlando “dell’oro nero che scorre sotto i nostri piedi”, il 78enne ha proclamato l’emergenza energetica nazionale per spingere quel “drill baby drill” – l’espansione delle trivellazioni – che ha promesso in campagna elettorale. Ma non solo. Il presidente vuole scrivere la parola fine al mandato per le auto elettriche voluto da Joe Biden, ossia alle quote fissate dall’ex presidente per spingere sulla transizione green: “Le azioni sull’energia daranno ai consumatori la possibilità di scegliere i loro veicoli, le loro lavatrici e le loro lavastoviglie”. Trump intende inoltre ritirare ancora una volta gli Stati Uniti dall’Accordo sul Clima di Parigi.

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Uno dei passaggi di grande buonsenso riguarda il gender e le varie declinazioni della comunità Lgbt. Tra i primi provvedimenti firmati da Trump ce n’è uno che ordina all’amministrazione federale di riconoscere solo due sessi: “Stabilirà come realtà biologica gli uomini e le donne e proteggerà le donne dall’estrema ideologia di genere”. Si stabilisce l’ovvio, siamo d’accordo, ma fino a qualche giorno fa non era così ovvio. Da questo punto di vista è impossibile non citare lo stop alle iniziative iper-progressiste con il gonelamento delle “assunzioni di burocrati, eccetto nelle aree ritenute essenziali, per mettere fine all’assalto degli attivisti DEI (Diversity, Equity, Inclusion) inutili e strapagati” che affollano le agenzie federali. Parliamo delle quote di donne e di minoranze che aziende e agenzie governative sono incoraggiate ad assumere per promuovere una maggiore inclusione e creare un ambiente operativo che rifletta la diversità dell’America. L’obiettivo è chiaro: premiare le competenze e non l’appartenenza alla minoranza. Buonsenso, ancora.

Una partenza in quarta, radicale, senza compromessi. Come del resto Trump aveva promesso nel corso della campagna elettorale. Certo, non mancano le azioni divisive. Basti pensare all’annunciata firma per liberare i detenuti incarcerati per la rivolta di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. “Quindi, ora inizia il lavoro. Abbiamo vinto. Abbiamo vinto, Ma ora inizia il lavoro, dobbiamo riportarli a casa. E, sapete, questa notte firmerò il perdono per gli ostaggi del 6 gennaio, per tirarli fuori. E non appena me ne andrò da qui, mi recherò nello Studio Ovale e firmeremo il perdono per un sacco di gente, un sacco di gente”. Ma forse è anche per questo motivo che gli americani hanno votato per il tycoon, o forse no. Ciò che è certo è che gli Usa cambiano passo dopo i quattro anni a guida Biden, considerati “tra i peggiori della storia” dal nuovo titolare della Casa Bianca. Resta da capire l’atteggiamento sulla politica estera. La volontà è quella di mettere fine alle guerre tra Ucraina e Medio Oriente (dove è già stato decisivo per la tregua), ma per il resto c’è grande curiosità.

Franco Lodige, 21 gennaio 2025

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