Esteri

“Negoziati immediati”. Trump mette Zelensky all’angolo: che succede, ora?

Il presidente Usa al telefono con Putin. Forse un vertice in Arabia Saudita: ecco il piano per l’Ucraina

Trump Putin Zelensky © ismagilov tramite Canva.com

Donald Trump accelera. Come promesso nel corso della campagna elettorale, il presidente americano intende porre la parola fine ai vari conflitti internazionali. Se in Medio Oriente ha fornito un contributo significativo, è pronto a fare la differenza anche in Ucraina. Dopo voci, indiscrezioni e comunicati per sondare il terreno, il tycoon ha deciso di cambiare passo. La telefonata a Vladimir Putin è arrivata dopo un crescendo di 24 ore che ha visto una brusca accelerata nei contatti tra Russia e Usa, sorprendendo sia l’Ucraina che l’Unione europea.

Secondo quanto reso noto, Trump e Putin hanno parlato a lungo – novanta minuti secondo il Cremlino – ed entrambi hanno confermato la necessità di “far iniziare immediatamente i negoziati” sull’Ucraina, come ha annunciato il presidente americano, dicendosi “fermamente convinto che avranno successo”. Opinione sposata anche dallo zar, che ha aperto alla possibilità di trovare una “soluzione a lungo termine” alla guerra. Ma non è tutto.

Dopo aver abbassato la cornetta con Putin, Trump ha contattato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il dialogo è durato un’ora secondo un consigliere del numero uno di Kiev e la conversazione “è andata molto bene”. In un post sul “suo” Truth, The Donald ha spiegato che “anche Zelensky, come il presidente Putin, vuole fare la pace”. Anche l’ex comico ha parlato: “Nessuno – ha risposto Zelensky – desidera la pace più dell’Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l’aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile. Come ha detto il presidente Trump, facciamolo”.

Nel suo intervento, Trump ha tenuto a evidenziare che lui e Putin hanno “concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni”. Non è un caso che il presidente russo abbia reso noto di aver invitato il collega americano a Mosca per un confronto. L’obiettivo è fare iniziare le trattative senza indugio. In base alle prime informazioni a disposizione, del team americano faranno parte il segretario di Stato Marco Rubio, il direttore della Cia John Ratcliffe, il consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Waltz e l’ambasciatore e inviato speciale Steve Witkoff.

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Di quest’ultimo si è parlato a molto negli ultimi giorni. Inviato di Washington per il Medio Oriente, Witkoff è stato protagonista della liberazione di Mark Fogel, l’insegnante americano detenuto dal 2021 in Russia. In cambio del suo rilascio, le autorità americane hanno annunciato la liberazione del cittadino russo Alexander Vinnik, arrestato in Grecia ed estradato negli Usa nel 2022 con pesanti accuse di riciclaggio. Inoltre, secondo quanto rivelato da Fox News, Witkoff avrebbe avuto un faccia a faccia di oltre tre ore con Putin. Secondo quanto reso noto dall’ufficio di presidenza russo, Putin “ha sostenuto una delle tesi principali del capo dello Stato americano, secondo cui è giunto il momento per i nostri Paesi di lavorare insieme”. E nel corso della conversazione, oltre all’Ucraina, sono stati toccati anche “i temi della soluzione della crisi mediorientale, del programma nucleare iraniano e delle relazioni bilaterali russo-americane in ambito economico”.

Trump ha rifiutato di dire se ha parlato con Putin di Fogel ma ha suggerito che il rilascio dell’americano potrebbe aiutare a consolidare un accordo di pace sull’Ucraina, dicendo: “Siamo stati trattati molto bene dalla Russia, in realtà. Spero che sia l’inizio di una relazione in cui possiamo porre fine a quella guerra”. Il Cremlino è stato più cauto, ma ha anche notato che l’accordo potrebbe aiutare a rafforzare la fiducia reciproca.

Non è tutto. Come riportato dall’Ansa, il segretario alla Difesa americano Pete Hegseth intervenuto a Bruxelles ha posto l’accento sulle intenzioni degli Stati Uniti in relazione all’Ucraina: Kiev deve rinunciare ad entrare nella Nato e a riconquistare i territori in loro possesso fino al 2014. Washington, inoltre, non ha alcuna intenzione di partecipare ad alcuna forza di peacekeeping dopo un cessate il fuoco. Bocciata, invece, l’ipotesi messa sul tavolo da Zelensky di uno scambio di territori con Mosca, proponendo di restituire la piccola porzione della regione russa di Kursk occupata dalle truppe ucraine con parti delle province ucraine conquistate dai russi. “Questo è impossibile, la Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Franco Lodige, 13 febbraio 2025

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