La crisi del gas

Incubo gas nei “giorni della merla”, Tabarelli: “Perché siamo nei guai”

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Quando su questo sito facevamo notare che l’inflazione si stava alzando e che sarebbe stato un grosso problema, nessuno ci pensava. Quando facevamo notare che, va bene combattere la Russia, però le sanzioni sul gas le avremmo pagate care, qualche debunker ci infilava nel calderone dei “putiniani” senza motivo. Adesso che tutti stanno facendo i conti con i rincari delle bollette, sarebbe troppo facile auto-proclamarsi profeti in Patria. Il punto è che – questo il più grande errore di Draghi – la questione non è mai stata una scelta tra “condizionatore” e “pace”, ma il modo di riuscire a impensierire Mosca senza darci la zappa sui piedi. Non ci siamo riusciti, se è vero, come dice Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, che per questo inverno e per il prossimo sarebbe il caso di “comprarci un generatore elettrico”.

La bomba Tabarelli la sgancia nel suo intervento al convegno di Ascom, Abiconf e Unoenergy sharing solutions. Al centro del dibattito gli aumenti dei costi energetici per i condomini, una realtà che colpirà quasi tutti i proprietari di casa nel futuro prossimo. Il decreto del governo ci costringerà a un primo razionamento di gas, spostando di qualche giorno l’avvio dei riscaldamenti e riducendo i gradi dentro le case, ma potrebbe non bastare. “Bisogna militarizzare la crisi a livello nazionale e anche europeo – ha spiegato Tabarelli – nel senso che sarà necessario, speriamo di no, prendere in considerazione il razionamento”.

I campanelli di allarme ci sono tutti: le mosse di Gazprom, l‘attentato a North Stream 2, l’accordo tra Putin e Erdogan sull’hub per il gas in Turchia e il fatto che i rigassificatori, se non ci saranno intoppi, non entreranno comunque in funzione prima dell’anno prossimo. E poi sia Claudio Descalzi che Paolo Scaroni lo vanno dicendo da qualche tempo: il vero problema non sarà quest’anno, visto che abbiamo un po’ di scorte, ma il prossimo.

Il presidente di Nomisma ha analizzato i dati di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e ne è rimasto sorpreso: “A ottobre abbiamo quasi un raddoppio delle tariffe, che sono state tenute ferme da inizio anno”. Se prima della crisi il gas costava 0,8 euro al metro cubo, “adesso a ottobre andiamo oltre i 2,3 euro: c’è uno shock energetico di proporzioni mai viste in Europa e in Italia. Colpisce soprattutto il gas, per fortuna fa caldo ma purtroppo arriveranno per le bollette dei brutti momenti nei prossimi giorni“. Senza contare che, come spiegato da più di un esperto, ben presto il problema non sarà il “costo del gas” ma la presenza di gas. I fornitori faticano a trovarlo sul mercato, dunque il problema sarà la quantità e non solo il costo.

Pensate ai “giorni della merla”, dice Tabarelli, cioè a fine gennaio quando “fa molto freddo” e poi a febbraio. In questo periodo, normalmente, l’Italia vive il suo momento di “picco della domanda” e fino ad anno scorso la Russia “ci dava un quarto del gas”. Bene. Se come sembra il metano russo “verrà a mancare”, allora “siamo nei guai”. Ed eccoci alle soluzioni. Oltre a spegnere le luci, cosa che tutti faranno non appena vedranno arrivare le prime bollette, Tabarelli immagina soluzioni ancora più drastiche: “Suggerisco a chi abita in montagna sopra i 300 metri, dov’è possibile, di usare la legna, il pellet: i prezzi sono aumentati anche di quello, ma conviene sempre. Anche le pompe di calore, però lì c’è il problema dell’elettricità e anche su questa le bollette sono aumentate tantissimo”. Alla fine, però, per Tabarelli la soluzione è una sola: “Quello che occorre fare subito” è “parlare di razionamento e poi prepararsi a farlo”.

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