Esteri

Israele-Hamas, se la tregua già traballa

L’accordo per la tregua a Gaza è arrivato dopo quasi 470 giorni di guerra ma i terroristi palestinesi avrebbero “rinnegato” parti dell’intesa

Bibi Netanyahu

Ieri la gioia per l’accordo raggiunto dopo lunghe ed estenuanti trattative, ora la preoccupazione per le possibili violazioni. Tensione nuovamente alta tra Israele e Hamas dopo quasi 470 giorni di guerra: nonostante la fumata bianca per l’intesa, Tel Aviv ha accusato il gruppo terroristico palestinese di aver rinnegato parti dell’accordo. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu è stato chiaro: “Il gabinetto non si riunirà finchè i mediatori non comunicheranno che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell’accordo”. La risposta di Hamas è arrivata tramite Izzat al-Rashak: “Impegnati a rispettare l’accordo”, accusando velatamente Netanyahu di aver ingranato la retromarcia. Ma il clima è a dir poco rovente.

In questo momento il capo del Mossad David Barnea e il team negoziale israeliano sono ancora a Doha per definire i dettagli dell’accordo di cessate il fuoco. Israele ha insistito sul fatto che permangono ancora dei dettagli da definire per l’ok all’intesa, a partire dalla disputa su quali prigionieri palestinesi saranno liberati. Netanyahu ha già fatto sapere che si rivolgerà alla nazione solo quando sarà finalizzato. Non è un caso che il gabinetto di Sicurezza israeliano che avrebbe dovuto riunirsi questa mattina per dare il via libera formale all’accordo e che poi è stato fatto slittare, non si sia ancora riunito.

C’è grande dibattito anche all’interno del governo israeliano. Secondo una fonte molto vicina al dossier citata dalla tv pubblica Kan, il ritardo nell’annuncio sull’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi sarebbe anche legato alla crisi con il ministro sionista religioso Bezalel Smotrich e agli sforzi di Netanyahu per garantire l’integrità del governo dopo l’approvazione dell’accordo. Secondo la fonte, gli uffici di Smotrich e Netanyahu erano molto vicini ad un’intesa durante la notte ma è intervenuta una crisi e attualmente “Smotrich rappresenta una vera minaccia per la sopravvivenza del governo”. Quest’ultimo ha evidenziato che approverà l’accordo e rimarrà al governo solo se Netanyahu promette di riprendere i combattimenti per distruggere Hamas dopo la prima fase dell’intesa sugli ostaggi. Il ministro delle Finanze vuole ricevere l’impegno del primo ministro per iscritto.

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La tregua dovrebbe entrare in vigore domenica, ma in questo clima di incertezza prosegue la battaglia sul campo e i nuovi raid israeliani a Gaza hanno scatenato nuove vibranti polemiche. I numeri diramati dal ministero della Sanità di Gaza dovranno essere confermati nelle prossime ore, ma per il momento si parla di oltre 80 vittime e quasi 200 feriti. Tra le presunte vittime anche due palestinesi che si trovavano in una scuola utilizzata come rifugio dagli sfollati, nel quartiere di Zeitoun, nella parte centrale di Gaza. Secondo un conteggio della Cnn, il numero di persone uccise dagli attacchi israeliani nell’ultimo giorno ha segnato il più alto numero di morti giornaliere in 11 giorni.

Diplomazia al lavoro per mettere fine alle ostilità, in campo anche la Nato. “La Nato accoglie con favore l’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi a Gaza. La piena attuazione dell’accordo sarà cruciale come primo passo verso una maggiore stabilità in Medio Oriente” le parole del rappresentante speciale della Nato per il fianco Sud, Javier Colomina, elogiando gli sforzi di mediazione compiuti da Egitto, Qatar e Stati Uniti.

Franco Lodige, 16 gennaio 2025

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