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Mondiale di basket

Italbasket al cardiopalma: aveva ragione Pozzecco

Datome e Fontecchio stendono la Serbia. Partita “da Nazionale”. Poz: “Abbiamo scioccato il mondo”. E ora testa a Porto Rico

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Il dramma è che l’Italbasket è fatta così. Passi tre partite del primo girone del mondiale Fiba a spaccare i ferri dai tre punti, ti dimostri timoroso, quasi spaventato, sollevi polemiche, malumori, espulsioni dell’allenatore, grida, paure, “ci risiamo”. Invece poi entri in campo contro la Serbia, prima della classe, che sin qui ha avuto l’aspetto di una schiacciasassi, e fai quello che sai fare meglio: l’underdog, come piace dire di questi tempi. Declinato in altro modo: quando sei in difficoltà tiri fuori il meglio, segni tutto il segnabile, prendi tiri in side step che neppure nel canestrino in cameretta, “te ne sbatti” dei pericoli. E alla fine vinci.

Se dovessimo riassumere la partita che ridà speranze di qualificazione ai giocatori di Gianmarco Pozzecco diremmo che, finalmente, ci siamo scontrati con una squadra con più talento. Ci piacciono le sfide. È più facile per Fontecchio e soci perdere con la Repubblica Dominicana, buona squadra ma non tra le prime del mondo, che perdere contro il talento smisurato di Bogdanovic e della sua banda. Sulla partita c’è poco da dire, se non alcune cosette. Ottima partenza dell’Italia, poi vengono fuori i serbi (come era normale che fosse) e portano la partita su un binario (-16) che sembra portare dritti dritti a Belgrado. All’improvviso, però, la fiammata. Gigi Datome, iscritto sin qui al festival delle percentuali basse, estrae fuori dal cappello otto punti in fila come solo i grandi campioni sanno fare. Due bombe, un tiro buttandosi all’indietro su una gamba sola di cui non credo esista una definizione tecnica neppure in inglese. Al resto ci pensa SIMONEFONTECCHIO, scritto così tutto attaccato. Una prova mostruosa da 30 punti, ma soprattutto con canestri trovati lì dove le persone normali non possono arrivare. È vero e va detto: l’impatto di Fontecchio in Nazionale, ad oggi, è maggiore di quanto non abbiano mai fatto gli altri azzurri passati dall’Nba.

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Per il resto è la solita Italia. Marco Spissu c’è quando serve. Pajola in difesa su Bogdanovic (“solo” 18 punti) andrebbe studiato alle scuole elementari. Nick Melli senza squilli, ma pratico. Severini che si inventa un tiro da tre punti fondamentale in un mondiale da gregario. Unica nota amara: Achille Polonara, la cui prova odierna e dell’intera competizione è decisamente insufficiente. E Pozzecco? Per tirare le somme (scaramanzia portami via) meglio attendere la prossima partita con Porto Rico, con cui non bisogna ripetere gli errori di approccio avuti con la Repubblica Dominicana. Ma dopo tante polemiche, dopo l’espulsione e le strigliate, bisogna dire che ha avuto ragione lui a non cambiare. Se questa squadra, fisicamente inferiore alle altre, è in grado di competere ad alti livelli lo si deve anche all’approccio garibaldino a certe partite. L’Italbasket aveva un po’ perso questo spirito in grado di far emozionare, Poz l’ha rimesso in campo e paga il pegno del suo carattere. “È stata una gara bella, da Nazionale”, dice Datome. “Tutti i tifosi saranno impazziti”. Sì, ma pure con qualche infarto.

Giuseppe De Lorenzo, 1 settembre 2023

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