Società

Follie censorie

Kiev ci vieta di usare la “z”. E noi, cretini, gli diamo retta - Seconda parte

L’Istituto culturale ucraino protesta per la lettera diventata simbolo dell’invasione russa. E il regista cambia il titolo del film

Ma dilla giusta. Dilla che è tutta una questione di soldi, di immagine, temevi il boicottaggio, di passare per filorusso e ti sei tagliato le balle. Perché Putin è un dittatore e su questo non ci piove, ma anche in questo Occidente che si va suicidando nei modi più avvilenti le dittature non mancano e sono tutte di pensiero, poco, e di azione, troppa e sciagurata. Dai, su, non c’è niente di male in un tempo malato in cui zio Paperone deve morire perché capitalista e Minne se la fa con Clarabella mentre Pippo guarda, secondo i dettami del pensiero accettabile. E Cristoforo Colombo deve sparire perché ha scoperto il Paese dell’imperialismo yankee, e si pensa di raddrizzare la pianta storta dell’umanità impedendole qualche consonante, tagliuzzando l’alfabeto.

Dal cambiare la trama e il finale dei film al riscriverne il titolo è un attimo. Sorro, l’eroe mascherato. Sabriskie Point. Sorba il Greco. Sanna bianca, e già bianca sta sulle balle. E gli Zulu? Possono continuare o debbono estinguersi o almeno ridefinirsi in Sulu? Allo Zelig, il famoso locale sul viale Monza a Milano, stanno già cambiando l’insegna, “Selig”. Il famoso cantante Renato Sero, quello di “Mi Vendo”, “Triangolo” e il “Carrossone”. Dio bono, quanto lavoro resta da fare per salvare il pianeta. Oggi Costa-Gavras non girerebbe più Z l’orgia del potere” ma “S, l’orgia della scemenza”.

Max Del Papa, 28 aprile 2022

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