Politica

La furia Pro-Pal su FdI: assedio alla sede, militanti barricati dentro

Dopo gli scontri di ieri sera in Piazza Castello, a Torino i violenti hanno messo nel mirino una sede del partito della Meloni

L’odio rosso non si ferma nemmeno il 25 aprile, anzi, il timore è che la situazione possa peggiorare ulteriormente nelle prossime ore. Dopo gli scontri registrati ieri in Piazza Castello a Torino, gli estremisti di sinistra – sempre nel capoluogo piemontese – hanno messo nel mirino una sede di FdI al grido di “fascisti fuori dai quartieri”. I manifestanti hanno preso d’assalto la sede di Barriera di Torino, tanto da costringere i militanti a barricarsi all’interno per evitare di essere travolti dalle violenze.

“E’ l’ennesima dimostrazione che aveva ragione il Governo ad invitare alla sobrietà in questa giornata, ben consapevole che ormai le manifestazioni organizzate dalla sinistra si accompagnano ad eccessi e provocazioni. In particolare, preoccupa Torino dove siamo in presenza di una deriva che non conosce sosta e che non risparmia nessuno, nemmeno le Forze dell’Ordine come confermano le violenze di stanotte. E’ già grave l’assalto ad una sede di partito ma è inqualificabile che ciò avvenga nella consapevolezza di persone all’interno con l’unico intento di intimorirle” la denuncia della vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli.

Una vergogna senza fine e c’è curiosità di capire se almeno questa volta la sinistra avrà il coraggio di prendere posizione e condannare – senza se e senza ma – l’ennesimo episodio di violenza contro FdI e in generale contro i partiti di governo. Negli ultimi tempi i partiti di opposizione – Pd in testa e con poche eccezioni – si sono trincerati dietro ambigui silenzi. Anche perchè, come evidenziato dalla Montaruli, gli estremisti rossi a Torino hanno parlato di “sanzione” contro FdI, riportando alla mente un’epoca buia del nostro Paese.

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L’assalto alla sede di FdI ma non solo. L’80° anniversario della Liberazione è stato segnato anche da forti tensioni a Porta San Paolo, a Roma, dove si sono verificate accese contestazioni nel corso dell’iniziativa promossa dall’Anpi. Un gruppo di circa 300 manifestanti filo-palestinesi ha preso parte alla manifestazione, scandendo slogan contro Israele come “Israele assassino” e “Palestina libera”. Tra i cartelli e gli striscioni esposti, uno recitava: “Dal fiume al mare, solo la resistenza sconfigge il sionismo”, messaggio che ha ulteriormente infiammato gli animi.

Per prevenire scontri diretti, le forze dell’ordine – schierate in assetto antisommossa – hanno separato fisicamente i manifestanti pro-Palestina dai rappresentanti della Brigata Ebraica, presenti per rendere omaggio ai caduti con la deposizione di corone d’alloro. Il corteo della Brigata Ebraica, accompagnato da figure di rilievo della Comunità ebraica romana, tra cui Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha percorso via del Campo Boario fino alla Piramide Cestia. Nel suo intervento, Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha voluto ricordare il ruolo attivo degli ebrei italiani nella Resistenza, sottolineando come circa 800 di loro abbiano combattuto al fianco dei partigiani.

Il clima si è ulteriormente surriscaldato quando alcuni attivisti hanno cercato di issare una bandiera con simboli e scritte riconducibili ad Hamas sui muri della zona. L’intervento rapido della polizia ha impedito che la situazione degenerasse: la bandiera è stata rimossa e la protesta è proseguita con l’uso di fumogeni, cori e sventolio di bandiere palestinesi e rosse, in un clima di forte contrapposizione.

Tensione anche a Bergamo, altra città invasa da bandiere palestinesi: alcuni manifestanti con la kefiah hanno messo nel mirino la brigata ebraica urlando “fuori i sionisti dal corteo”. Non sono mancati gli scontri con le autorità, con la polizia che ha portato via alcuni manifestanti violenti. Come anticipato, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nel pomeriggio, con attacchi alle forze dell’ordine, slogan contro Israele e vandalismo contro chi non si allinea alla linea rossa.

Franco Lodige, 25 aprile 2025

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