Società

La guerra in Ucraina e la stupidità dei social - Seconda parte

È un fenomeno inquietante, razionalmente inspiegabile e stranamente incontrovertibile, perché una volta emessa la sentenza il lettore non sarà più in grado di modificare la sua percezione anche di fronte alla più ovvia spiegazione del suo errore. Caratteristica dell’idiotante è il desiderio di finta complessità indotto dai sofisticati artefici di questo tipo di comunicazione (regimi, partiti, ecc.), che hanno messo a punto strumenti straordinari di manipolazione della stupidità per raggiungere i loro obiettivi. Nella fase iniziale era la ricerca estrema della semplificazione con messaggi sempre più identitari, oggi la stanno sostituendo con una complessità artefatta costruita intorno a citazioni e vittimismo (questo non ve lo dice nessuno ecc.). Insomma questi lettori non si accontentano più di non capire semplicemente una fava, ma per non capire una fava vogliono faticare, non troppo, ma faticare.

Non è un fenomeno nuovo, tutte le epoche hanno conosciuto mistificazioni e menzogne poste al servizio di fazioni, partiti, tiranni, ecc., che grazie a queste hanno governato coscienze e territori, oggi è lo stesso con il problema che siamo più numerosi, interconnessi e ricchi, rendendo le conseguenze di queste strategie dei fenomeni globali capaci di influenzare contemporaneamente la vita di milioni di uomini e donne in ogni punto del pianeta (Brexit, Trump, M5s, Russia, ecc.)

Dunque torniamo ai fondamentali: Putin è un tiranno pericoloso per il mondo e per il suo popolo; la Russia ha aggredito l’Ucraina perciò va combattuta con ogni mezzo; delle colpe dell’Ucraina nei confronti della Russia non me ne frega un cazzo fino a quando la Russia non ritira le sue truppe; il governo italiano, grazie al suo presidente e malgrado il suo ministro degli Esteri, si sta comportando bene; i parlamentari che ieri non erano in aula ad ascoltare il presidente ucraino, non solo hanno torto ma sono inutili; la tassazione in Italia è una rapina, per questo va riformata; non mi fido della magistratura; preferisco i Carabinieri alla Polizia; la pasta all’amatriciana si fa con il pecorino e non si mette la cipolla. Però se domani si dovesse votare non saprei dove sbattere la testa.

Antonio De Filippi, 24 marzo 2022

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