Appunti sudamericani

La relazione segreta tra Usa e Cina

Ogni giorno uno sguardo alternativo al mondo americano e sudamericano

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Pechino, L’Avana e l’amministrazione Biden, ognuno a modo suo, “affossano” lo scoop del WSJ sulla base di spionaggio cinese a Cuba

L’altroieri il ministero degli Esteri cinese ha affermato che “diffondere voci e calunnie” è una tattica comune dell'”impero hacker” degli Stati Uniti, dopo lo scoop del Wall Street Journal secondo il quale la Cina ha raggiunto un accordo con Cuba per istituire un sistema elettronico impianto di intercettazione sull’isola. “Come tutti sappiamo, diffondere voci e calunnie è una tattica comune degli Stati Uniti”, ha detto Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese. “Gli Stati Uniti sono il più potente impero hacker del mondo, e anche una vera e propria nazione di monitoraggio”.

Il vice ministro degli Esteri cubano Carlos Fernandez de Cossio ha liquidato il rapporto come “totalmente mendace e infondato”, definendolo un’invenzione degli Stati Uniti intesa a giustificare l’embargo economico decennale di Washington contro l’isola. Il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha invece definito lo scoop del Wall Street Journal “non accurato”, parole simili a quelle del Pentagono ma nulla nel merito e la verità è che lo scoop è scomodo per un’amministrazione che sta disperatamente cercando un disgelo nelle relazioni Usa-Cina.

Le precedenti aperture sono state affossate dopo che un pallone spia cinese ha attraversato gli Stati Uniti. “Quella provocazione non ha avuto alcuna risposta degli Stati Uniti e Biden l’ha recentemente definita un “pallone stupido” che ha interrotto la sua diplomazia. Da allora ci sono stati incidenti più stupidi, tra cui una nave da guerra cinese che ha “approcciato” non proprio amichevolmente un cacciatorpediniere della Marina statunitense nello stretto di Taiwan lo scorso fine settimana. Ora arriva la stupida base di spionaggio”, ha scritto ieri in un editoriale ironico il Wall Street Journal.

In Venezuela apre un nuovo carcere, “il Centro di detenzione Nelson Mandela”

Il regime venezuelano, un noto violatore dei diritti umani, ha inaugurato un nuovissimo centro di detenzione intitolato al defunto presidente sudafricano Nelson Mandela. Il “Centro di Detenzione Nelson Mandela”, a Caracas, secondo il ministro della Giustizia e della Pace Remigio Ceballos, “rafforzerà” il sistema giudiziario della nazione e “ospiterà temporaneamente persone detenute per garantire che gli organi di sicurezza cittadina svolgano tutti i loro compiti iniziali dopo l’arresto [del prigioniero]”, ha affermato il ministro.

Nelson Mandela è stato uno dei prigionieri politici più famosi al mondo. L’icona sudafricana è stata imprigionata per 27 anni per essersi opposta al sistema di apartheid della nazione in una piccola cella senza letto né impianto idraulico. Dopo la sua liberazione, è stato il primo leader post-apartheid del paese. Che il regime dedichi il suo nuovo carcere a Mandela in un paese dove ci sono continue violazioni dei prigionieri, comprese le morti per tortura, è un insulto alla sua memoria.

Paolo Manzo, 10 giugno 2023


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