Esteri

Le proteste, l’economia, la mollezza: ora Scholz rischia grosso

Sempre più persone all’interno della Spd chiedono la testa del cancelliere, già individuato il possibile erede

Scholz © mammuth tramite Canva.com

Tempi difficili per la Germania, sono in tanti a rimpiangere l’era di Angela Merkel. Un tempo celebrato da tutti, Olaf Scholz è sempre più vicino all’abisso. Una fase di smarrimento sfociata in crisi ai limiti dell’irreversibilità. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, a partire dalle proteste di piazza con protagonisti agricoltori, camionisti e le altre categorie del settore. E c’è chi volge lo sguardo al futuro, pronto a destituire il cancelliere per fare spazio al politico più amato dai tedeschi sondaggi alla mano.

La Germania ha chiuso il suo 2023 in recessione, ma sono tanti i dati con il segno meno. Il principale fattore è sicuramente l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia: le sanzioni contro la Russia hanno fatto male, malissimo a Berlino. Da qui il disastro. prodotto interno lordo in calo dello 0,3 per cento, industria in sofferenza, occupazione nel settore manifatturiero in netto ribasso e così via. Il rialzo dei tassi Bce ha indebolito ulteriormente un sistema già fragile, ma la principale accusa rivolta a Scholz è la conferma della politica di austerity. L’economia rappresenta però solo una parte dei problemi del cancelliere.

Scioperi e proteste rendono bene l’idea delle difficoltà del governo. Le manifestazioni di agricoltori e camionisti stanno paralizzando il Paese e ci sono altre categorie pronte a incrociare le braccia, basti pensare alle minacce dei medici. Restando alle proteste plateali degli agricoltori e del settore dei trasporti, nel mirino sono finite le politiche green di Scholz, a partire dall’abolizione degli sgravi sul gasolio e dagli scarsi investimenti in infrastrutture come strade e ponti. Si tratta della più grande protesta sociale nel Paese dal dopoguerra e nessuno ha ancora intravisto la luce in fondo tunnel.

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Chi chiede la testa di Scholz può contare su sondaggi impressionanti. Solo il 4 per cento dei tedeschi crede che la situazione economica del Paese sia destinata a migliorare nel breve periodo. Ma soprattutto due tedeschi su tre bocciano l’operato della coalizione semaforo e del cancelliere. Non servono a nulla i soliti allarmi di ritorno del nazismo in riferimento all’AfD, che secondo le rilevazione degli istituti specializzati si attesta al 22 per cento, grazie alla sua capacità di intercettare il malcontento del popolo.

Il malcontento sull’operato di Scholz è palpabile anche all’interno dell’Spd. Secondo quanto riportato dalla Seuddeutsche Zeitung (Sz), c’è chi starebbe pensando ad un possibile passaggio di consegne con il più popolare ministro della Difesa, Boris Pistorius. La cancelleria sarebbe “irrimediabilmente perduta” secondo volti di spicco del partito. Il clima è ben testimoniato da un parlamentare che ha parlato di una situazione simile al Titanic in cui “la band suona ancora, l’iceberg è già in vista, ‘ma nessuno fa niente'”. Oltre le criticità già citate, a Scholz verrebbe rimproverato di non essere abbastanza empatico e combattivo.

Massimo Balsamo, 19 gennaio 2024

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