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Le strane lettere dei giovani “pentiti” al “Corriere” - Seconda parte

Che la propaganda governativa, perché di questo si tratta, si riduca a contare su questi mezzucci, è avvilente. Che l’etica della riccanza venga amplificata sulle prime pagine del Corriere o dei suoi competitori, in una tragica bagarre a chi scova la faccetta più odiosa, fa schifo. Che il livello del giornalismo sia sprofondato ai dolori delle giovani Samanthe, è sintomatico di una informazione che ha definitivamente, irreversibilmente perduto il suo ruolo di cinghia democratica, di collegamento tra la società e un potere da sorvegliare. Oggi è il contrario, la società non esiste, però non nel senso che intendeva la Thatcher: la società non fa notizia, non interessa, interessa solo un potere cui il giornalista emerso è organico ed è l’unico che racconta. Nelle sue mollezze sibarite, nei suoi turbamenti di panna, nella sua morale di merda. Nei suoi vizi & desideri e contagi e tamponi millesimati.

Max Del Papa, 25 agosto 2020

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