Il 1968 rimane ancora una data iconica che riassume tutta un’impostazione ideologica che non solo non ci ha ancora abbandonato, ma che ancora costituisce il tessuto connettivo di tanta parte della nostra società occidentale. È questa la considerazione, estremamente critica ma lucidissima, che tiene insieme il libro di Giancarlo Cesana L’interminabile ’68. Un punto di vista cattolico. Il libro è accompagnato da una splendida prefazione di Giuliano Ferrara.
Cesana, medico, fondatore del Centro Dipartimentale di Studio sulla Sanità Pubblica e professore onorario di Igiene presso l’Università di Milano Bicocca, ha affiancato don Luigi Giussani dagli anni Settanta al 2005 nella conduzione del movimento di Comunione e Liberazione.
Come è cambiata la società negli ultimi decenni? Si chiede l’autore. E il radicale abbandono del cristianesimo, come ha influito sulla sua struttura? La realtà è che stiamo vivendo un “interminabile ‘68”, e la scomparsa della religione cattolica dalla vita delle persone rappresenta un fenomeno storico di importanza straordinaria, sebbene troppo poco indagato nelle sue conseguenze: sociali, politiche e morali.
Giancarlo Cesana scorre in queste pagine gli ultimi sessant’anni di storia del nostro Paese, che lo hanno visto spesso protagonista in diversi contesti, e lo fa interrogandosi su questo fenomeno di perdita della fede e della cornice di riferimento sociale e politica costituita dal cristianesimo, con lucidità e spregiudicatezza, da una prospettiva sempre più minoritaria e proprio per questo degna di attenzione e di riflessione.
«Per la mia vita di ciellino», sostiene Cesana, «autorità e carisma, anzi carisma prima che autorità, hanno determinato tutti i passaggi fondamentali dell’esistenza». Il carisma costituisce il fattore vivificante della Chiesa come capacità straordinaria di presenza, dedizione e leadership. La sfida per ritrovarlo oggi sta nel recuperare la forza educativa del pensiero e dell’azione di don Giussani, per il quale educare era «il modo adulto di imparare».
Attraverso la sua lente, Cesana osserva soprattutto i costumi di un tempo che cambia abbandonando per intero, ma con superficialità e approssimazione, tutto un insieme di valori che avevano strutturato in modo profondo e dotandola di senso un’intera epoca lasciando, al suo posto, poco o nulla. Lo sguardo del cattolico, un punto di vista un tempo maggioritario e oggi straordinariamente minoritario, rende le riflessioni di Cesana inattuali e allo stesso tempo originali e urgenti.
Giuliano Ferrara definisce questo libro «un manuale della desuetudine», come sono ormai desueti educazione, fede, lavoro, amore, carità, funzione della Chiesa e del dogma, etica pubblica e morale privata, e Cesana «un campione di razza uscito dalla Brianza dura e pura» che tenta un’impresa titanica, un laico fideista che «arde di qualcosa, di un sacro fuoco, che affonda nel pensiero inattuale», come dimostra il suo «libretto ideologico senza ideologia».
Liberilibri, 21 aprile 2025
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