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“Noooo”, “Fai la figura del cogl***”. Ed è lite Sallusti-Sansonetti

A Quarta Repubblica lo scontro tra il direttore di Libero e quello del Riformista. Al centro il caso Qatargate

Puntata movimentata, quella di ieri di Quarta Repubblica. Torna la trasmissione nel 2023 e non mancano i dibattiti infuocati. A scaldare gli animi è stato lo scandalo Qatargate, quell’inchiesta bomba che sta terremotando il parlamento europeo e soprattutto la sinistra a Bruxelles. Sui due lati della barricata ci sono due garantisti: Alessandro Sallusti, autore del libro Il Sistema che ha scoperchiato il torbido mondo della magistratura; e Piero Sansonetti, direttore del Riformista e sempre dalla parte degli innocenti fino a prova contraria.

Dopo l’intervista esclusiva all’avvocato di Eva Kaili, in studio si accendono gli animi. “Peggio dei giustizialisti – dice Sallusti rivolto al collega – ci sono solo i garantisti a prescindere. Sansonetti si chiede perché il Parlamento europeo ha cacciato la Kaili? Perché aveva 600mila euro in casa e ha telefonato al padre per farli sparire. Non ti sembra un motivo sufficiente per dire: ‘Scusami, almeno chiarisci’. Stai facendo un pessimo servizio al garantismo”.

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Sansonetti non ci sta: “Quando il garantismo lo si fa per gli amici e diventa forcaiolismo per i nemici, non funziona tanto. Quando sono successe cose simili in Italia ho difeso anche le persone di destra dai magistrati”. Le posizioni, è chiaro, non sono conciliabili. E a quel punto i toni si alzano. “Io sono garantista – insiste Sallusti – Ma se domani mattina mi trovano in casa 600mila euro che io non so giustificare e chiamo qualcuno per farli sparire, io ti scongiuro di non difendermi. Perché mi fai fare la figura del coglione, oltre che farla tu“. Sansonetti ribatte: “Ma quale è il reato? Come si fa ad arrestare una in fragranza di reato senza il reato solo perché i servizi segreti ti hanno intercettato? Vorrei vedere cosa avresti detto se gli 007 avessero intercettato un politico di destra: l’ira di Dio”. Alla fine, il direttore di Libero si arrende: “Va bene, Piero, hai ragione tu. Non è che tutti noi garantisti siamo così cretini”. È evidente che non sono d’accordo.

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