Appunti sudamericani

Lula consegna il Brasile alla Cina

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Cile: ridotta la settimana lavorativa da 45 a 40 ore 

Il Parlamento cileno ha firmato ieri in legge che sarà gradualmente implementata nei prossimi cinque anni. Il Cile diventa così, insieme all’Ecuador, l’unico paese dell’America Latina con un carico di lavoro di 40 ore settimanali, rispetto alle 48 che, ad esempio, si applicano in Argentina, Bolivia, Colombia, Costa Rica, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù e Uruguay. Brasile, El Salvador, Guatemala e Venezuela hanno una giornata lavorativa tra le 42 e le 45 ore settimanali.

Cuba consente di nuovo il deposito in contanti di dollari

Lo aveva sospeso nel 2021 a causa delle difficoltà causate dall’embargo per prendere le valute raccolte all’estero, secondo una risoluzione della Banca Centrale. L’annuncio arriva mentre Cuba sta attraversando la peggiore crisi economica di sempre.

Lula getta il Brasile tra le braccia della Cina

Il titolo, emblematico, è quello di Le Figaro di ieri e descrive bene il viaggio di Lula da Xi Jinping, padrone indiscusso del paese comunista. Incontrerà anche altri dignitari di alto rango, come il primo ministro, Li Qiang, e il presidente dell’Assemblea popolare, Zhao Leji. Fedele alla sua dottrina del “non allineamento attivo”, Lula porta nel suo bagaglio una proposta di pace piuttosto vaga per l’Ucraina, incentrata sulla creazione di un “gruppo di paesi mediatori” guidato dalla Cina. La scorsa settimana, Lula ha suggerito che l’Ucraina rinunci alla Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, in cambio della pace. Una proposta educatamente ma fermamente respinta da Kiev. Per motivi di equilibrio, Lula ha già visitato i suoi altri due principali partner commerciali, l’Argentina e gli Stati Uniti.

Il suo incontro con Biden a febbraio a Washington, tuttavia, ha avuto un carattere essenzialmente simbolico intorno alla difesa della democrazia e dell’ambiente. “La Cina è ora un partner essenziale per il Brasile e l’America Latina. Vogliamo rafforzare questa relazione, che è stata indebolita”, ha detto Lula prima della sua visita focalizzato sul commercio e la nuova governance globale. Nel 2022, il commercio tra Cina e Brasile ha raggiunto il record di 150 miliardi di euro, quasi il doppio di quello con gli Stati Uniti, 80 miliardi. Il colosso sudamericano è il granaio di Pechino a cui vende materie prime (minerale di ferro, soia, olio, carne) e acquista manufatti. Tra i due paesi saranno firmati una ventina di accordi bilaterali, tra cui la costruzione di un nuovo satellite sino-brasiliano per l’osservazione dell’Amazzonia e dell’acquisto da parte del produttore di auto elettriche BYD di una ex fabbrica Ford nello stato di Bahia, un cambio di mano molto simbolico. I due paesi hanno anche deciso di commerciare tra loro senza più usare il dollaro Usa.

Lula vuole unirsi alla “nuova Via della Seta, cosa che dispiacerebbe parecchio agli americani. Sette paesi sudamericani, tra cui Cile e Argentina, hanno già aderito al progetto strategico cinese ma il Brasile è già il primo destinatario di investimenti cinesi nella regione, con 6 miliardi di euro. La Cina ha investito pesantemente nelle infrastrutture del Brasile per anni in strade, centrali idroelettriche (Belo Monte) e implementando la rete 5G di Huawei. Ora vuole fare lo stesso con il 6G.

Paolo Manzo, 13 aprile 2023


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