Chiesa

Ma il funerale di Papa Francesco non è stato affatto “semplice”

I media insistono sulla “semplicità” di Bergoglio e delle sue esequie. Ma pure Benedetto XVI riposa in una tomba praticamente identica

Papa Francesco

È stucchevole la pervicace prosopopea di media e commentatori e l’abuso della parola “semplice” durante i funerali di Papa Francesco.

Ha voluto tomba non con tutti gli altri Papi ma solitario in una Basilica con la “semplice” scritta “Francesco”, manco gli altri avessero un mausoleo con luci psichedeliche: in realtà Benedetto XVI è stato tumulato nello stesso identico luogo dove riposava Giovanni Paolo II prima di diventare santo, mentre a Santa Maria Maggiore sono stati necessari lavori di ristrutturazione pagati da un anonimo benefattore. La tomba, solo per completezza informazione, non è più povera di quella dei suoi predecessori: entrambe con la “semplice” scritta sopra al marmo bianco. Poi però per Bergoglio c’è stato anche un corteo funebre per tutta Roma con evidente spettacolarizzazione a favore di migliaia di persone. Ad accompagnarlo un lungo codazzo di costose auto elettriche di buona fattura cariche di cardinali. E ad accoglierlo un gruppo selezionato di poveri, detenuti e trans (mi immagino il recruiting). Oltre ovviamente ai campionati sportivi di tutte le categorie bloccati per due giorni in due fine settimana…

Boh.

Forse abbiamo un’altra idea dell’aggettivo “semplice”.

Senza contare che Papa Francesco viene presentato come l’unico Pontefice ad essersi occupato dei poveri, della pace e dell’ambiente. E sempre in palese o celata contrapposizione con i predecessori. Invece c’è stata una sostanziale continuità, con semmai un maggiore accento sull’ambiente da parte di Bergoglio: pace e poveri erano spesso al centro del messaggio sia di Benedetto XVI che di Giovanni Paolo II. Semmai con Francesco si è forse registrato solo un minore accento sul Creatore laddove i predecessori parlavano di creato e non solo di semplice natura.

La verità è che i media hanno raccontato un pontificato tutto loro. Molto selettivo. Pompavano a dismisura le “aperture” su gay e migranti, elogiando le interviste con il laico Scalfari e certi scivoloni “a braccio” del pontefice, poi però dimenticavano di trovare un posticino nelle prime pagine per le invettive contro Satana, contro la cultura gender, l’aborto e l’utero in affitto. Lo hanno fatto da vivo, hanno ripetuto lo schema da morto. E visto che il canovaccio prevedeva di disegnare un “Papa povero”, ultimo tra gli ultimi, colui che ha abitato a Santa Marta e indossato scarpe nere invece di Prada, non restava che abusare del termine “semplice”. Anche per un funerale che, si stima, pare sia costato al Vaticano tra i 600mila e gli 1,5 milioni di euro e all’Italia ben oltre i 5 milioni di euro.

Giuseppe De Lorenzo, 26 aprile 2025

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