Il podcast di Sallusti

Meloni fa impazzire la Cgil: che goduria

Il podcast di Alessandro Sallusti del 16 marzo 2023

A sinistra è tutto possibile anche che uno ti inviti a cena per il gusto di sputarti nel piatto. Domenica si svolgerà il congresso della Cgil, il grande sindacato della sinistra che di recente, tanto per intenderci, ha fatto suonare l’inno della Russia per celebrare le elezioni del suo nuovo capo dell’Emilia-Romagna.

Bene, succede che il segretario nazionale, Maurizio Landini – uno degli ultimi comunisti duri e puri rimasti in circolazione – per fare quello democratico e per attirare su di sé un’attenzione che nella normalità non avrebbe, ha invitato ai lavori il primo ministro, Giorgia Meloni. E succede che quella folle del presidente del consiglio ha accettato l’invito. A poche ore dal grande incontro, direi dallo storico incontro, nella Cgil salgono però malumori e proteste per la bravata del suo segretario. C’è chi minaccia di fischiare la premier, chi annuncia che lascerà la sala dei congressi per non mischiarsi con i neofascisti.

Insomma, è in corso uno psicodramma che sta montando di ora in ora, forse nella speranza che a togliere le castagne dal fuoco alla fine sia la stessa premier rinunciando alla visita. Io dico che sarebbe un vero peccato. Difficile che accada, perché non credo proprio che la premier si faccia impaurire, non credo proprio che tema fischi e contestazioni di vario tipo. Dicevo che sarebbe un peccato, perché lo spettacolo sarebbe meraviglioso. Lo spettacolo di vedere i paladini della democrazia, quelli che si ritengono gli unici garanti della Costituzione eccetera eccetera, impedire di parlare al Presidente del Consiglio.

Eh sì, cari compagni, sarebbe meraviglioso vedervi gettare la maschera e mostrarvi per ciò che siete, degli estremisti, poi sì fascisti intolleranti e indisponibili al confronto, se non altro da voi richiesto, forse nella speranza di un rifiuto da sbandierare. Questi non sanno che Giorgia Meloni non scappa, non è mai scappata neppure quando rischiava di ricevere sprangate in piazza dagli amici della Cgil. Come andrà a finire nelle prossime ore lo vedremo, ma una cosa è certa fin d’ora. Chi è di destra non teme il confronto con altre idee, anche opposte alle sue. A sinistra siamo sempre fermi all’integralismo settario: noi siamo noi e voi siete impresentabili. E dire che si autoproclamiamo democratici.

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